Lotito, sotto accusa tra deliri d'onnipotenza e conflitto di interessi.

Lotito, sotto accusa tra deliri d'onnipotenza e conflitto di interessi.
di Alberto Abbate
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Venerdì 13 Febbraio 2015, 05:57 - Ultimo aggiornamento: 12:36
Dalle Alpi alle Piramidi, reazione a catena contro Lotito. Sono in tanti contro l'instancabile, inarrestabile, inarrivabile, onnipresente “magno” Claudio. Sovraintendente a tutto tondo del calcio di casa nostra. Nell'ultimo anno il presidente biancoceleste ha consigliato, proposto, governato, tranquillizzato, imposto. Sino a questo momento di ribellione: «Ma come è possibile, ho fatto così tanto per tutti?», si chiede Lotito. I moti si alzano da giorni in Lega Pro, lunedì importante assemblea per l'elezione di un nuovo consigliere e la discussione sulle linee guida per la ripartizione dei proventi dei diritti tv. Pesante la denuncia a oltranza del dg dell'Ischia Pino Iodice: «Seppur dovessero arrivare le briciole che ci spettano, la nostra posizione non cambierebbe. Non ho mai condiviso la politica gestionale verticistica di Macalli. La cosa più raccapricciante è che, nel corso dell'ultimo periodo, il presidente Lotito sta appoggiando l'attuale governance di Lega Pro, che non ha più i numeri per essere riconfermata. Sta tentando in tutti i modi, anche attraverso una missiva, di spingere verso la rielezione di Macalli. In caso contrario, ha minacciato le società di non far arrivare i finanziamenti che gli spettano. Ho una cassetta che testimonia tutto, Lotito è affetto da un delirio d'onnipotenza».



L'IMPERO

Altro che Lazio. In pratica “l'impero” del magno Claudio per molti si estenderebbe a dismisura e il suo “potere” vorrebbe essere incontrastato. Anche secondo Tesoro, presidente del Lecce: «Lotito vuole fare tutto: non può essere il presidente di tutte le squadre del mondo, non può essere il presidente di tutte le federazioni, non può essere il segretario di tutto. La sua è una presenza ingombrante». Ora anche nel mondo dell'Aia, quando da garantista il presidente biancoceleste si trasforma in giustizialista per le direzioni arbitrali contro la Lazio: «Non va bene che si lamenti solo quando viene toccato con un paio d'episodi – tuona l'ex arbitro Agnolin - e poi parla proprio lui? Ormai è il deus ex machina del calcio italiano». Lotito avrebbe un dossier pronto, con tutti gli episodi incriminati che gridano vendetta (dall'Inter a San Siro, al derby, al primo tempo contro il Milan passando per il presunto rigore contro il Napoli e chiudendo ovviamente con il Genoa), ma a chi consegnerà il plico? C'è un evidente conflitto d'interesse, perché Claudio è presidente della Lazio nonché uomo forte della Lega e consigliere federale delegato alle riforme. Tradotto: Lotito è governo e opposizione, potente e oppresso, carnefice e vittima. E' l'uomo che vive due volte.



FISCHIETTI E KO

L'anima di Lotito è persino contrastata a Formello. Mercoledì il blitz negli uffici del centro sportivo biancoceleste, nemmeno una parola alla squadra. Il presidente ufficialmente è furioso con gli arbitri, ma sostanzialmente è arrabbiato anche con i suoi giocatori. Pubblicamente ha denunciato l'ultimo di una serie di torti, ma gli uomini di Pioli non sono esenti da colpe. A Lotito non era piaciuto affatto l'atteggiamento apatico della Lazio a Cesena, aveva ribaltato lo spogliatoio al Manuzzi. La reazione col Genoa non l'ha convinto, lo ha detto a Pioli. Il 72% di precisione nei passaggi (mai così male) indica poca lucidità, così come il record stagionale di 27 falli commessi (contro i 12 subiti). La fiscalità di Gervasoni rimane una giustificazione, che non dovrà esserci però a Udine. Il numero uno chiede una scossa, altrimenti potrebbero esserci provvedimenti seri: c'è la stessa aria di ritiro nel silenzio assordante di Lotito, “minacciata” - a capitan Mauri - ai tempi della debacle di Empoli. Quattro sconfitte nelle ultime cinque partite sarebbero troppe... Per l'Europa. Calerebbe il gelo sulla classifica della Lazio. E non basterebbe il passamontagna.