Antognoni: «La Lazio è almeno da Champions League»

Antognoni: «La Lazio è almeno da Champions League»
di Mario Tenerani
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Sabato 25 Novembre 2017, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 10:48
Per Firenze resta Il Capitano, leggenda della Fiorentina di ieri, oggi e domani. Il 1 aprile, giorno del suo compleanno, è vissuto in città come una sorta di Natale viola. Giancarlo Antognoni giocava guardando le stelle mentre adesso veste con elegante freschezza i suoi 63 anni ad alta densità calcistica. Rientrato l’8 gennaio scorso nella Fiorentina, dopo 16 anni di esilio, ora è il club manager viola, portavoce dei Della Valle.

Giancarlo, riavvolgiamo il nastro?
«Ricordo una bella vittoria 1-2 all’Olimpico, era il 4 dicembre ‘83: missile di Giordano, pareggio mio in mischia, per me cosa rara, quindi il vantaggio con una botta dal limite di Passarella». 

E a Firenze?
«La Lazio aveva lo scudetto sul petto, finì 1-1: sul tabellino dei marcatori andammo io e Chinaglia». 

Aveva amici nel gruppo di Maestrelli?
«Certo, con Giorgio, Wilson, D’Amico e il povero Re Cecconi eravamo legati. Successivamente un altro è stato Bruno Giordano». 

Con Roma lei ha avuto sempre un bel feeling…
«Mia moglie Rita è di Cinecittà, conosco bene l’ambiente. La Roma di Viola mi voleva a tutti i costi, mentre con la
Lazio non ho mai avuto trattative». 

Oggi che Lazio è?
«In questi ultimi anni sta facendo molto bene e ambisce giustamente a fare un bel percorso in Europa League. Mentre in campionato vale la zona Champions. E mi viene da fare una considerazione…».

Prego.
«Il super contestato presidente Lotito… credo che abbia lavorato al meglio, ottenendo grandi risultati. Ha costruito piano piano la squadra e adesso ci sono elementi di grande valore».

Inzaghi l’ha sorpresa?
«Sta facendo un lavoro straordinario ed è stato bravo a partire dalle giovanili. C’è stata anche una congiuntura astrale favorevole: doveva andare alla Salernitana e dopo invece è tornato alla Lazio. Ora vola». 

Sulla carta Lazio-Fiorentina non sembra equilibrata…
«Noi partiamo svantaggiati, inutile negarlo. Siamo una delle formazioni più giovani della serie A. Abbiamo bisogno di tempo, di acquisire qualche certezza e vittoria in più. Ma siamo pronti a fare una bella partita». 

Su chi punta?
«Milinkovic da una parte e Thereau per la Fiorentina».

Pioli ex di questa sfida.
«Stefano conosce bene la piazza e a Firenze sta costruendo un cammino».

Per i viola una stagione senza obiettivi?
«Non direi: intanto teniamo moltissimo alla Coppa Italia e poi, anche se non vogliamo parlare di Europa, in fin dei conti siamo a due punti dal Milan settimo… Ma se alla fine confermassimo l’ottavo posto dello scorso anno sarebbe già qualcosa in una stagione di ripartenza».

Che succederà al nostro calcio dopo questo terremoto?
«Non voglio colpevolizzare nessuno. Dico solo che bisogna ripartire investendo pesantemente nei settori giovanili e varando, se possibile, una norma che imponga un certo numero di italiani in campo perché così si salva anche la Nazionale».

E allora?
«E’ falso affermare che in Italia non ci siano giovani all’altezza. Il problema è che vanno fatti giocare, punto e basta». 

Per guidare questa rivoluzione chi voterebbe al vertice del nostro movimento?
«Sarei favorevole ad un grande ex calciatore: gente come Totti o Maldini, per fare un esempio. Uomini che alle spalle hanno un’esperienza fantastica. Con Francesco ci siamo incontrati a Firenze per la partita, gli ho detto che preferivo vederlo in campo… Siamo amici perché come me ha sposato una sola maglia nella vita». 

Per lo scudetto chi indica?
«Napoli favorito, la Juve mi sembra abbia qualche problema. Subito dopo in lotta Roma e Inter».
 
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