A convincerlo a tornare in Premier e a scegliere i Toffees è stata «l'ambizione di questo club, la sua storia e l'atmosfera che creano i tifosi. E poi perché qui c'è voglia di migliorare e di conquistare trofei: vogliamo essere un team molto competitivo. Sono all'Everton, un club fantastico: è tanto tempo che non vince qualcosa, noi ci proveremo anche se ovviamente non è una cosa che si può fare dal giorno alla notte. Ma con idee e obiettivi chiari sono sicuro che possiamo migliorare. Il sogno è portare l'Everton nelle posizioni di vertice della Premier il più velocemente possibile». Intanto partire dal quartultimo posto per arrivare, già in questa stagione, alla zona Champions «non è una missione impossibile».
La dirigenza, che oggi oltre al nuovo manager ha presentato anche il progetto definitivo del nuovo stadio da 52mila posti, gli ha promesso acquisti importanti, fra i quali però non ci sarà Zlatan Ibrahimovic. «Siamo buoni amici - piega -. Ora ha terminato la sua avventura negli Stati Uniti ma non so quale sia la sua idea per il futuro. Dovrei chiamarlo e magari lo farò. Se vuol venire a Liverpool per divertirsi venga pure, ma non per giocare». Dal mercato toglie Moise Kean, che ha richieste dall'Italia: «Ho cercato di prenderlo al Napoli prima che firmasse per l'Everton - rivela -. È un giocatore fantastico, non dimentichiamo che ha solo 19 anni e ha cambiato nazione, quindi diamogli il tempo di adattarsi. Dobbiamo aspettarlo e lavorarci, perché ha qualità top». Proprio quello che serve per rilanciare un club che ha una disperata voglia di primeggiare.
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