Tamponi Lazio, le perizie danno
valori contrastanti su venti test

foto ROSI
di Alberto Abbate e Emiliano Bernardini
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 08:00

E adesso chi ripaga la Lazio? Potevano giocare contro la Juve, Leiva e Immobile, fermati dall’Asl il 7 novembre scorso dopo essere risultati positivi ai tamponi del Campus Bio-Medico. Lo conferma il perito nominato dalla Procura d’Avellino, Maria Landi, che lunedì ha depositato l’esito dei 95 tamponi (più 7 Rna Virali della Merigen di Napoli) riprocessati all’Ospedale Moscati dopo essere stati sequestrati in un blitz fra il laboratorio Futura Diagnostica e Formello. Era Strakosha l’unico positivo, invece risultato negativo al molecolare del centro d’Avellino. Dal riesame tuttavia riemergono altre discordanze anche su un’altra ventina di tamponi biancocelesti, rispetto alle quali il legale di Futura Diagnostica Massaro, insieme al consulente di parte Marilina Scalone, intendono avere dei precisi chiarimenti. 

Oggi verranno consegnate al pm D’Onofrio tre pagine di osservazioni, in particolare sul numero dei cicli di amplificazione utilizzati dal perito della Procura nel riprocessare i tamponi e sulle eventuali distorsioni che potrebbero essere state generate dalle contro-analisi a 96 ore (l’11 novembre) dal primo esame (il 6) e non entro le 72 ore successive previste dai protocolli dell’istituto Superiore di Sanità. «Per garantire la genuinità dei risultati i tamponi vanno processati a tre giorni dal prelievo – ci spiega l’avvocato Massaro - e non a quattro. Parliamo ad ogni modo di 18 campioni discordanti sui 95 sequestrati. E 13 di questi su 18 erano già stati considerati positivi in precedenza (e poi negativi) dal nostro laboratorio. Quindi il tutto si esaurirebbe eventualmente a 5 casi. Non posso dirle se si tratta di giocatori, familiari o membri dello staff tecnico o dirigenziale. Nelle prossime ore se ne saprà di più al riguardo».

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Tutto il gruppo squadra sarebbe negativo fanno però trapelare da Formello, anche se resta in silenzio e apparentemente disinteressato Lotito.

In realtà da quello che arriva da Avellino, la Lazio e Immobile (e non solo) potrebbero presto partire al contrattacco. Ciò che conta adesso però è uscire dall’incubo tamponi anche dal punto di vista sportivo. Lotito non è stato ancora riascoltato, il Pm Chiné aspettava nuove prove dal collega D’Onofrio, dunque al momento si sta occupando solo del rispetto del Protocollo. E arrivano altre buone notizie dall’avvocato biancoceleste a tal proposito: «Abbiamo chiarito il disguido giuridico. Essendo Futura Diagnostica un centro privato convenzionato, era il laboratorio a dover avvertire l’Asl di ogni caso positivo. E non la Lazio». Se questo venisse appurato e confermato, rimarrebbe solo l’allenamento pre-Zenit di Strakosha (unico positivo confermato, a questo punto) come nodo. Il responsabile sanitario Pulcini ha assicurato di aver ricevuto la comunicazione della positività dalla Uefa in ritardo rispetto alla seduta (3 novembre, ore 10.30) del portiere, Immobile e Leiva con il gruppo. Eppure la versione cozza con il fratino delle riserve indossato dal trio titolare indiscusso. Devono però esserci riscontri concreti sulle accuse per procedere a un deferimento.

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