Altalena Capitale: Lazio, una grande soltanto contro le grandi

Altalena Capitale: Lazio, una grande soltanto contro le grandi
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Dicembre 2020, 07:30

Forse è davvero solo una questione mentale. Altrimenti non si spiegherebbe da Benevento al Napoli una simile trasformazione. Contro le big la Lazio torna grande. Non solo contro il Borussia in Champions, ma in A pure negli scontri diretti contro Inter e Juve precedentemente. A fine campionato potrebbero rivelarsi decisive queste partite, ma a questo punto Lotito ha ragione: Inzaghi non deve più trovare nessun alibi alla propria formazione e pretendere sempre la massima concentrazione. Domenica si è rivista la fame, il cinismo sotto porta e una difesa in grado di proteggere la porta inviolata, com’era riuscito solo a Cagliari e Crotone. Questo atteggiamento fa riflettere, ma anche ben sperare per l’ultima gara dell’anno solare. C’è il Milan capolista per segnare la definitiva resurrezione biancoceleste. Inzaghi ritrova uno dei suoi maestri nonché predecessore. Vuole battere di nuovo Pioli a cui subentrò ad aprile 2016 dopo un derby fatale. Sinora la sorte è sempre stata dalla parte di Simone, tranne quando lo ha incontrato proprio su una panchina milanese. Ironia del destino, contro Stefano da Parma sei vittorie per Simone e solo due sconfitte: Inter-Lazio (3-0) del dicembre 2016 e lo scorso 20 luglio (0-3) contro il Milan, la gara che segnò la fine (a -7 dalla Juve) di ogni sogno tricolore già prima di Lecce. Mancheranno per fortuna Ibra, che siglò il raddoppio su rigore, e lo squalificato Kessie. Ma Pioli spera di recuperare almeno Rebic (ultimo marcatore) per l’antivigilia di Natale.

SPOGLIATOIO
A Formello si rivede la luce. Illumina la classifica e i tre punti di distacco dal quarto posto occupato dalla Roma sconfitta da un’Atalanta straripante. Il Milan invece dista dieci lunghezze. Eppure questo divario ora si può accorciare.

La Lazio ci crede, ha ritrovato Luis Alberto ed è trainata verso l’alto dal leader maximo Immobile. I loro numeri sono destinati a crescere, ma già incutono timore: raggiunti 115 gol e 65 assist insieme. Ciro non smette di stupire, un mago ritrovato invece può far compiere il definitivo salto per risalire. Lo sa bene Inzaghi, che lo ha difeso anche a proprie spese col presidente: per questo lo spagnolo, dopo il gol, lo è corso ad abbracciare. Se ci fosse mai stato qualche dubbio anche in vista di un rinnovo che continua a slittare, il tecnico conferma che lo spogliatoio lo segue ed è ancora tutto dalla sua parte. Proprio Luis Alberto aveva segnato l’ultimo centro col Bologna all’Olimpico per il successo laziale. Dopo quasi 60 giorni, tornano i tre punti in casa finalmente. Ma la Lazio, senza tifosi, continua ad avere un miglior cammino nelle trasferte. In questo senso sarà un vantaggio anche il prossimo mese: dopo il Milan, a gennaio Genoa, Parma e Atalanta lontano dalle mura amiche-nemiche. A Roma Fiorentina, Parma e il derby della capitale.

INFERMERIA
A San Siro tornerà anche Correa (affaticato al polpaccio) nell’attacco biancoceleste. A centrocampo non contano più le assenze (Parolo e Leiva out) con questo Escalante, finalmente rigenerato dopo gli infortuni d’inizio stagione. Pure le ali ricominciano a volare: perfetto il cross di Marusic di sinistro per la capocciata d’Immobile; Lazzari corre, ma deve ancora migliorare la scelta finale. Dietro rimangono le solite lacune, ma stavolta la Lazio non subisce gol e ritrova due buone prestazioni di Radu e Luiz Felipe. Hoedt ha sempre amnesie, ma toccherà ancora a lui sostituire Acerbi alle prese con una piccola lesione. Di fronte al Diavolo non resta che pregare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA