All'Europeo c'è una Serie A da 30 e lode

All'Europeo c'è una Serie A da 30 e lode
di Benedetto Saccà
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Giovedì 1 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:38

Dopo aver trascorso stagioni vagamente terrificanti (e con passo bilicante tra le categorie “Autunno del patriarca” e “Cronaca di una morte annunciata”, giusto per capirci), d’improvviso, la nostra Serie A è tornata a splendere. Scintille da fiaba. E così, nell’Europeo più folle e politicizzato della storia dell’universo, a gran sorpresa e contro ogni logica apparente, affiorano in superficie i tratti educati e rinascimentali del campionato italiano di calcio – un tempo immenso, oggi piccino ma ulceratissimo nello studiare da grande per il domani. Perché? Perché, lungo l’andare di Euro VentiVenti, i calciatori che giocano nelle squadre della A finora hanno segnato più di tutti e come nessuno. Ovvero. Trenta gol. O meglio: trenta dei 123 realizzati nel torneo, che gli appassionati di percentuali quantificheranno nel 24,39%. Insomma. Un quarto delle reti europee piove dall’Italia e, a ben pensarci, è certo una ragione di felicità per un campionato che fino a qualche stagione fa veniva bollato, nella più misericordiosa delle definizioni, come «poco allenante». E invece.
LA FANTASIA
E invece la Serie A è cresciuta, ha indovinato il modo esatto per risalire la parete liscia e verticale dello psicodramma e, adesso, può guardare dall’alto – pure con una tonnellata di leonina superbia – campionatoni tipo la Bundesliga (seconda a 26 gol), la Premier League (terza a 23), la tenera Liga (quarta a 8 – mammamia: soltanto a 8), la Ligue 1 (6) e il campionato portoghese (a 3). L’ha stracciati con la fantasia, si direbbe. Ed è affascinante curiosare tra le pieghe europee e, nello srotolarsi della mappa, scoprire che a lasciare più o meno distrattamente una firma sul torneo hanno contribuito anche il campionato belga, russo, croato, la Championship (che sarebbe la B inglese) e la Eredivisie con due gol ciascuno. E potrebbe anche essere serenamente finita qui, ma non è finita qui. D’altronde al gran valzer dell’arcobaleno del gol (arcobaleno, giusto, sì?) hanno preso parte pure (in ordine alfabetico) il campionato ceco, scozzese, slovacco, turco, ucraino e ungherese – tutti con un gol. Ah, e quasi dimenticavamo: s’è intrufolato pure quello cinese. Nientemeno.
GRANDI FIRME
E dunque adesso si levano ululati di giubilo dalle colline della Serie A.

Una buona notizia, se non altro, dopo le imbarazzanti mancate genuflessioni «non condivise» della Nazionale. Agli amanti dei dettagli sarà grato sapere che i giocatori italiani (però non azzurri) andati a segno durante gli Europei sono stati finora 18. A guidare l’equipaggio è lo juventino Cristiano Ronaldo con cinque reti, seguito dall’interista Lukaku con tre, e da Perisic (un altro nerazzurro), dal laziale Immobile, da Locatelli del Sassuolo, da Pessina e Maehle dell’Atalanta e da Morata della Juve con due ognuno. E ancora. Ecco poi allargarsi i sorrisi di Gosens, Miranchuk e Pasalic dell’Atalanta, di Damsgaard della Samp, di Chiesa e Ramsey della Juve, del napoletano Insigne, di Pandev del Genoa, di Linetty del Toro e di Skriniar dell’Inter. Si sono arrampicati tutti a quota un centro. E quindi. A voler alzare lo sguardo per abbracciare ogni contorno, è un niente notare che – al di là del talento di Ronaldo e Lukaku (ma vabbè, sono di un’altra categoria) – l’Atalanta reciti da protagonista e, comunque, la classe media del nostro campionato sia il vero ossigeno che gonfia e restituisce la profondità e i confini del talento, e dell’ambizione, e della vivacità della Serie A nell’atlante del continente. Del resto bisogna sapere che pure sul piano degli assist il campionato italiano è decollato verso vette supreme: ora è planato sulla cima alta 17 gradini grazie soprattutto a Spinazzola, Gosens, Berardi e Kulusevski, autori di due servizi vincenti per uno. Ma è tutta la (riabilitata) Serie A a meravigliare e pare venuta «da cielo in terra a miracol mostrare», come scriveva Dante – bella di una nobiltà tecnica misurabile in numeri con mille zeri almeno. 

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