L’Ajax spalanca la porta: l’ex Stekelenburg va ko, pronto il baby Scherpen

L’Ajax spalanca la porta: l’ex Stekelenburg va ko, pronto il baby Scherpen
di Alessandro Angeloni
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Martedì 6 Aprile 2021, 07:35

Solo Casillas, Julio Cesar, Cech e Neuer gli stavano davanti. E’ il 2010, Maarten Stekelenburg tocca quasi il tetto del mondo, titolare dell’Olanda sconfitta in finale del Mondiale in Sudafrica per un gol di Iniesta e numero uno incontrastato dell’Ajax. Stek all’improvviso, è caduto. Senza mai riprendersi. E’ caduto dopo aver vestito la maglia della Roma, da quel 2011 a oggi non è stato più lo stesso, via via sempre peggio. Finito nell’oblio, ha trovato rifugio nella sua Ajax, da dove era partito e da dove aveva cominciato a sognare. Ma quando sta per arrivare il momento del riscatto, cioè incontrare di nuovo la Roma (all’Ajax è il secondo di Onona, squalificato di lungo corso per doping), ecco la ricaduta, sul più bello: un infortunio al ginocchio lo tiene in apprensione (andrebbe ad aggiungere agli assenti sicuri Blind e Haller, quest’ultimo escluso erroneamente dalla lista Uefa). Il tecnico Ten Hag è ancora fiducioso («vediamo nei prossimi giorni») ma sono davvero alte le possibilità che contro la Roma possa giocare addirittura il terzo portiere, il classe 2000 Kjell Scherpen, che ha esordito in stagione con la maglia dei Lancieri proprio nell’ultima contro l’Heerenveen (è titolare dell’Under 21 che ha vinto il girone degli Europei di categoria e si è qualificata per i quarti di finale). Stek è stato il primo portiere della Roma americana, è arrivato con Luis Enrique: un abbaglio di Sabatini, convinto di aver preso (per otto milioni più bonus) un fenomeno. Ma fenomeno non lo era, o non lo era più. Ha il difetto di essere un po’ sordo all’orecchio destro, ma questo non ha inciso sulla sua carriera. Forse ha inciso di più la tremenda botta presa in testa in uno scontro con Lucio durante un’Inter-Roma, la sua seconda partita in A. L’annata con Luis finisce senza squilli, il disastro nella stagione successiva, con Zeman, che gli preferiva addirittura Goicoechea. L’avventura in Italia finisce e comincia quella in Inghilterra, dal Fulham all’Everton (con il suo mentore Koeman, che gli aveva regalato l’esordio con i Lancieri), passando per il Southampton, e anche un passaggio in Francia al Monaco. Niente, scomparso. Quasi sempre per lui un ruolo da comprimario, dimenticando i bei tempi (brevi) che furono prima dell’arrivo a Roma. 
IL PRECEDENTE DEL 1993
Roma che fortuna non gli ha portato.

Nemmeno in questo caso, dopo sei partite da titolare in Eredivise, un’imbattibilità nelle ultime due di Europa League, ecco di nuovo la Roma. Stavolta da affrontare da avversario e magari provare pure a meditare una rivincita: niente. Nel riscaldamento prima dell’ultima gara contro l’Heerenveen, il dolore al ginocchio che molto probabilmente gli farà saltare la partita con i giallorossi. Lasciando spazio, e questa sì da parte sua davvero una bella “parata” per la Roma, al collega under 21, Scherpen. Una storia simile a quella della Roma nella finale di Coppa Italia il 19 giugno del 1993: squalificati (per rissa dopo la semifinale di ritorno contro il Milan) Cervone e Zinetti, Boskov contro il Torino fu costretto a far giocare il ragazzo della Primavera, Fimiani. E i granata, almeno nella gara di andata a Torino (finita 3-0) ne approfittò. La chance per la Roma c’è, specie per una Roma che ha dimenticato di segnare in campionato con i suoi attaccanti: solo Pedro punta in rete (con l’Udinese lo scorso 14 febbraio) nelle ultime nove partite. Pure Stek, insomma, prova a dare una mano.

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