Abraham, in Inghilterra festa e sorrisi: «È il Dio di Roma, come Totti»

La battuta di Declan Rice in nazionale diventa virale

Abraham, in Inghilterra festa e sorrisi: «È il Dio di Roma, come Totti»
di Stefano Carina
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Lunedì 11 Ottobre 2021, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 09:12

In Inghilterra c’è chi ha addirittura azzardato un paragone con Totti: «Già si chiama il ‘Dio di Roma’. Amico, è il nuovo Totti. Tammy Totti». A scherzare, qualche giorno fa, a favore di telecamere ci ha pensato il compagno di Nazionale Declan Rice, capitano del West Ham. Sarà che Abraham ha capito l’aria che tira quando da queste parti si nomina il Capitano. Ha così abbozzato un timido sorriso e ha preferito rispondere con i fatti. Due giorni dopo, è tornato a segnare con l’Inghilterra. Un gol (il terzo) nella manita ad Andorra che a sua insaputa gli ha regalato un piccolo record: era dal 1995 che un calciatore inglese che milita nella serie A non riusciva ad andare a segno in nazionale. L’ultimo era stato Platt. Una rete che Tammy giura non sarà l’ultima: l’obiettivo è giocare il mondiale in Qatar. Il ct Southgate non lo convocava da 11 mesi. L’arrivo di Tuchel al Chelsea gli aveva precluso le porte del campo. Mourinho, convincendolo a trasferirsi a Roma, gliele ha riaperte: «Ho imparato più con lui di quanto ho fatto in tutta la mia vita», il ringraziamento allo Special One in un’intervista rilasciata la scorsa settimana al The Guardian. E in effetti è stato amore a prima vista. Con José, la città, la squadra e la tifoseria. 

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Un Nove disponibile

È una fortuna che sin da piccolo gli abbiano dato un soprannome. Perché altrimenti chiamarlo Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo Abraham avrebbe creato qualche complicazione di troppo. Quelle che il centravanti non ha avuto sbarcando in Italia. Quattro reti in 10 presenze tra campionato e coppe, con la bellezza di 6 legni colpiti. Non pochi. Ma quello che più conta è la voglia di mettersi a disposizione della squadra. Attitudine che ha colpito tutti, meno Mourinho: «Ci sono degli attaccanti che se non segnano danno un contributo pari a zero. Poi c’è chi non segna ed è il migliore in campo. Questo è Tammy», il commento del tecnico nell’immediato post-Empoli. Una dote, la disponibilità, che lo ha subito fatto apprezzare nel gruppo e non solo. Perché se Abraham ha legato molto con Pellegrini visto il buon inglese parlato da Lorenzo e, nonostante la giovane età (24 anni), si è messo a disposizione di Zalewski, Darboe e Calafiori, in poco tempo si è trasformato nell’idolo della tifoseria.

E non soltanto perché ha subito iniziato a cantare l’inno. Non capita infatti tutti i giorni che un calciatore esca dall’Olimpico come un signor qualunque e camminando per viale dei Gladiatori si fermi tra la gente a firmare autografi e a farsi scattare delle foto. Copione che si ripete anche ora che si è trasferito all’Eur con la fidanzata Leah o quando in centro lo si avvista per negozi. 

Collezioni

Abraham è un appassionato di moda. Nella sua casa inglese ha centinaia di paia di scarpe da ginnastica. Con gli scarpini ai piedi però rende di più. A 24 anni è a -6 da 100 reti in carriera con le squadre di club. Soglia già superata se si considerano i 9 centri con l’Under 21 e i 2 con la Nazionale maggiore. Aspettando il mercato di gennaio, per restare aggrappati alle prime in classifica, a Mou servono i suoi gol. A partire da domenica a Torino dove la Roma giocherà su un campo che definire tabù (11 sconfitte e 1 successo negli ultimi 9 anni) è un eufemismo. Lo era però anche la serie A per gli attaccanti inglesi. E a Tammy sono bastate poche partite per invertire la tendenza.

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