Virtus Roma, un fallimento già visto negli sport di squadra

Virtus Roma, un fallimento già visto negli sport di squadra
di Gianluca Cordella e Marino Petrelli
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Sabato 12 Dicembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Calcio a parte, Roma non è la città degli sport di squadra al massimo livello. La vicenda del basket è eloquente. Dopo venti anni di gestione “solitaria”, il patron Toti non è riuscito a trovare nessuno che potesse acquisire la maggioranza della Virtus Roma e neppure qualcuno che potesse sostenerlo negli ingenti costi di gestione, cresciuti ulteriormente con la scelta di andare a giocare le partite in casa al Pala Eur, struttura da quasi 15 mila euro di costo a partita. I mali della Virtus nascono però da lontano. Il patron non è mai riuscito a dare solidità ad un progetto che ha raggiunto l’apice nella finale scudetto del 2013 per poi vivere questi ultimi cinque anni sempre sul filo del rasoio. Anni che hanno fatto rimpiangere quelli del Banco Roma, squadra fatta da quasi tutti giocatori romani prelevati dai settori giovanili delle altre squadre capitoline e fatti crescere fino a diventare campioni. Oggi, invece, non c’era traccia del settore giovanile fatto in casa. E’ mancato totalmente un piano di marketing e comunicazione che potesse far conoscere in maniera ancora più capillare il “brand” Virtus. Il progetto di equity crowdfunding, una pratica di micro finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse e che in altre realtà produce ottimi risultati, è naufragato dopo poche settimane dal lancio. Nicola Tolomei, chiamato a gestire il marketing societario, ha alzato bandiera bianca dopo nemmeno un anno dal suo arrivo nella capitale. A queste condizioni, senza incassi e con ricavi dai diritti televisivi irrisori (appena due milioni di euro per tutte le squadre sganciati da Eurosport e Rai per la sola stagione attuale) andare avanti era praticamente impossibile. 
SENZA UNA CASA
Non aiuta, sicuramente, la mancanza di strutture adeguate per fare sport a Roma. Il palazzetto dello sport, il Pala Tiziano per intenderci, è in stato di abbandono da oltre tre anni. Virtus ed Eurobasket decisero di non giocarci più nel 2018 anche perché l’amministrazione comunale, pur facendosi garante di una rapida ristrutturazione, non ascoltò le proposte delle varie società sportive. L’incendio doloso dell’estate 2019 ha fatto il resto. A giugno, il Campidoglio, con grande enfasi, annunciò che era in via di realizzazione il progetto esecutivo per il quale ci sarebbe stato un bando dei lavori. Che è scaduto il 3 agosto e di cui non si sa più nulla. Eurobasket e Stella Azzurra che militano in A2, giocano rispettivamente al Pala Avenali, la struttura di proprietà non lontana dalla sede della Regione Lazio (ma lo scorso anno hanno giocato a Cisterna di Latina) e a Veroli. 
IL MONDO DEGLI ALTRI
Le difficoltà del basket sono quelle di quasi tutti gli sport di squadra, in una città che quando parla di squadre pensa quasi esclusivamente alla Roma e alla Lazio del calcio.

La pallanuoto, con le stesse protagoniste, è, in parte, un’isola felice. Due squadre, entrambe in Serie A: la SS Lazio e la Roma Nuoto che stanno anche facendo bene in campionato. Giocano alla piscina del Foro Italico e godono di ottima salute. Ma dietro la partita del weekend c’è un mondo di sacrificio e allenamenti e lì iniziano i problemi: la Lazio, ad esempio, è stata sfrattata dal Comune dalla piscina storica della Garbatella, gestita da 34 anni e aveva anche minacciato il ritiro dalla Serie A. In questo caso i danni investivano anche, se non soprattutto, le formazioni giovanili. Non ride neppure la pallavolo. Dopo lo scudetto del 2000, la Piaggio Roma smise di esistere nel giro di due anni. Solita storia: retrocessione, calo di interesse di tifosi e sponsor. La M. Roma Volley provò tra il 2005 e il 2008 a riportare in alto la pallavolo romano vincendo una Coppa Cev e raggiunge due finali di Coppa Italia, ma poi chiuse a sua volta i battenti senza sponsor e aiuti istituzionali. Dopo 12 anni, la prima squadra maschile attualmente milita in A3, l’equivalente della C del calcio, è costretta ad allenarsi in giro per la città e gioca le partite al Paladifiore di Ostia. Non va meglio alle donne dell’Acqua &Sapone impegnate nel campionato di A2 e costrette a giocare al Pala Fonte di Fonte Meravigliosa. Di meraviglioso, a Roma, è rimasto solo il nome.

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