Venezia, scudetto vinto in 7 battaglie grazie al carattere

Venezia, scudetto vinto in 7 battaglie grazie al carattere
di Marino Petrelli
2 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Giugno 2019, 09:30
Esperienza, continuità e grande tenuta mentale. Sono le prime frecce che vengono in mente per descrivere la vittoria della Reyer Venezia nel campionato di basket, alla fine di una serie lunghissima, quanto emozionante, contro una Sassari mai doma. L’esperienza prima di tutto del profondo roster oro granata, campione d’Italia per la seconda volta in tre stagioni, partendo da Tonut, De Nicolao, Cerella, Mazzola e Giuri, italiani che finalmente giocano e sono protagonisti, come del resto quelli di Sassari. 
Il capitano Haynes è stato capace di gestire ogni situazione con brillantezza, Stone, il play alto 2 metri, tornato da Charlotte per riabbracciare la causa reyerina, ha regalato lampi di classe cristallina. “Il nostro Picasso”, lo ha definito il suo allenatore, De Raffaele. E poi ancora Austin Daye, figlio di quel Darren che nel 1988 e nel 1990 vinse due scudetti con la Scavolini Pesaro, nominato mvp della serie finale grazie a giocate sopraffine e un’eleganza che pochi hanno in Europa. Fino a Michael Bramos, statunitense di nascita, ma con passaporto greco, vero e proprio “animale” da play off che ha illuminato la finale, e in particolare l’ultima partita, e guidato i suoi compagni nei momenti decisivi, così come aveva fatto nel 2017 quando Venezia ha vinto l’altro scudetto della sua storia contemporanea. 
IL CAMBIO
E qui arriva la continuità: due scudetti in tre anni, e tre semifinali scudetto in cinque anni di gestione De Raffaele, l’allenatore che ha cambiato Venezia dandole solidità mentale e quella geometria che già da giocatore ai tempi di Livorno metteva in campo. Un allenatore vincente anche in Europa, con il successo della Fiba Europe Cup lo scorso anno. 
DINAMO OK
La stessa coppa vinta da Sassari che ha accarezzato il sogno di vincere anche lo scudetto, arrivata in finale dopo 22 vittorie consecutive tra campionato e coppa e caduta sul più bello, dopo sei gare e mezza di grande equilibrio, qualche scaramuccia e un rincorrersi a vicenda. La squadra ha comunque mostrato grande tenuta mentale dall’arrivo di Gianmarco Pozzecco che ha cambiato la testa di giocatori già forti ma che avevano perso fiducia nella prima parte di stagione e che per poco non ha portato al secondo scudetto della storia della Dinamo, nove anni fa in Legadue. Sulla tenuta mentale però la Reyer ne ha avuto di più, se è vero che ha vinto i quarti di finale contro Trento e la semifinale contro Cremona solo in gara cinque e la serie scudetto in gara sette. Il campionato va in vacanza, ripartirà il 21 settembre da Bari con il ricco antipasto della Supercoppa italiana, orfana dell’Olimpia che avrà un’estate per rifondare e ritrovarsi da favorita con Ettore Messina in panchina. Prima però i mondiali in Cina dal 31 agosto, l’Italbasket è pronta a stupire e farci sognare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA