Supercoppa, il momento della verità: via alle semifinali

Supercoppa, il momento della verità: via alle semifinali
di Giacomo Rossetti
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Lunedì 20 Settembre 2021, 07:30

Quattro squadre diverse, come i quattro elementi. Brindisi-Milano-Bologna-Venezia sono il corrispettivo cestistico del terra-fuoco-acqua-aria caro ai filosofi greci. Le semifinali di Supercoppa italiana sono alle porte, quale elemento prevarrà?
TERRA E FUOCO
La pietra (e quindi la terra) è l’elemento dell’Happy Casa Brindisi, trascinata in semifinale (oggi alle 18 incontrerà Milano) da Nick Perkins e Lucio Redivo, decisivi contro il Banco di Sardegna Sassari. La sfida nei quarti ha fatto emergere tutta la “rocciosità” fisica del centro statunitense e quella mentale dell’argentino. Il primo, uno dei tanti talenti a stelle e strisce a cui è stato negato il sogno proibito chiamato NBA e che per questo è andato a cercar fortuna in giro per il mondo (prima dell’avventura in Puglia ha giocato in Giappone), bullizza i suoi marcatori, sfoderando una prestazione da 21 punti e 10 rimbalzi che fa godere coach Vitucci. 
Il secondo giocatore biancoazzurro, invece, è una sentenza nei momenti più scottanti della gara: bottino da dieci punti (ma sembrano il doppio).
L’Armani Exchange Milano è il fuoco: spietata, brucia chi è così avventato da non prendere precauzioni. La Nutribullett Treviso, avversaria nei quarti, lo sapeva bene, ma ha scelto consapevolmente di essere carbonizzata sul tabellino: 108-60 il finale. 
Questo divario così netto ha però una ragione: i veneti non avevano nessuna intenzione di rischiare i titolari ora che la nuova stagione è alle porte, dunque hanno schierato gli juniores contro Datome e soci. Inutile dire che Gigi e il suo amico Nick Melli non hanno avuto grande pietà di quei giovani che li idolatrano. Tra i meneghini, quello con più ‘fiamme’ nelle mani è Alviti: 18 punti per l’ala ciociara.
ACQUA O ARIA
Gli antichi dicevamo che la goccia scava la pietra: e inesorabile come l’acqua è stata la Virtus Segafredo Bologna, oggi alle 21 avversario di Venezia e capace di superare 74-66 Bertram Derthona Tortona nell’incrocio più equilibrato dei quarti. I piemontesi hanno risposto canestro su canestro alle invenzioni di Teodosic e Hervey (dilagante con 18 punti e 18 rimbalzi). Alla fine è la Virtus a esultare, seppur con l’amarezza di aver perso Udoh (infortunio al ginocchio) per non poco tempo: ma le lacrime non sono sempre acqua?
Uragani, tifoni, tornadi: l’aria sa essere distruttiva. Un po’ come l’Umana Reyer Venezia, che passeggia 83-51 sul Carpegna Prosciutto Pesaro in una gara mai nata e terminata già all’intervallo: l’azzurro Tonut (tra i protagonisti dell’Italbasket a Tokyo 2020) assieme a Sanders e Daye annichilisce i marchigiani, nessuno dei quali chiude in doppia cifra di punti.
UN PO’ DI NUMERI
Dalla prima edizione della Supercoppa sono passati ventisei anni. Il primo successo fu della Virtus Bologna di Roberto Brunamonti, l’MVP fu Orlando Wooldridge (scomparso nel 2012): non uno qualsiasi, ma un campione con anni di NBA sulle spalle, ex compagno di Michael Jordan ai Bulls. 
Da quel trionfo, la Virtus non ha più vinto il trofeo (anche se di finali ne ha perse addirittura otto).

Il team che vanta più Supercoppe nel palmarès è la Mens Sana Siena, dominante tra il 2004 e il 2011 (sei volte vincitrice). Negli ultimi cinque anni invece la squadra da battere è sempre stata Milano, quattro titoli tra cui l’ultimo.

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