Reggio-Milano al PalaDozza di Bologna, dove l'Olimpia conquistò la prima coppa
Menetti: "Senza Stefano Gentile e Della Valle siamo in trincea. Occhio all'uscita..."

Reggio-Milano al PalaDozza di Bologna, dove l'Olimpia conquistò la prima coppa Menetti: "Senza Stefano Gentile e Della Valle siamo in trincea. Occhio all'uscita..."
di Vanni Zagnoli
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Martedì 27 Dicembre 2016, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 17:58
E’ la rivincita dell’ultima finale scudetto, ma in tono minore perchè Reggio viene da 3 sconfitte (esterne) nelle ultime 4 partite, mentre Milano in Eurolega ha perso 7 gare in striscia. 

Si gioca al PalaDozza di piazza Azzarita, il Madison del basket italiano, alle 20.45 con diretta su Raisport1. Non al PalaBigi perchè i 3500 posti sono praticamente esauriti in abbonamento. A giugno il tricolore andò a Milano, 4-2 con successo a Reggio e Rakim Sanders mvp, come già l’anno prima quando era a Sassari. E’ una partita sempre speciale per Cinciarini, il capitano dell’Armani per tre anni a Reggio, con l’Eurochallenge 2014 da miglior giocatore (nelle final four proprio al Dozza) e lo scudetto sfiorato un anno e mezzo fa. I tifosi biancorossi lo fischiano per avere sbagliato i tiri liberi decisivi in gara-6, che avrebbero consegnato il primo tricolore a Reggio, durante i supplementari, e per avere preferito Milano, dove peraltro ha solo 17’ di media a partita, in campionato.

L’Ea7 non giocava al PalaDozza dal 2008-09, allora si impose e la Fortitudo retrocedette. Qui si aggiudicò la prima Coppa dei Campioni, il 1° aprile del 1966, mezzo secolo fa, contro lo Slavia Praga, con 21 punti di Thoren e Vianello. Nel ’73, invece, perse lo spareggio scudetto con Varese, come nel ’71 a Roma, mentre nel ’72 lo catturò, sempre allo spareggio, poichè all’epoca non c’erano i playoff e le due regine del basket italiano finivano il campionato a braccetto. Sempre a Bologna, le scarpette rosse hanno vinto due coppe Italia, contro Pesaro, 30 anni fa, perdendola nel ’91 con Verona.

Massimiliano Menetti, 43 anni, chef diplomato è l’allenatore più fedele della serie A, alla 6^ stagione di fila a Reggio, dove vive da quando era bambino. Sono reggiani anche il patron Stefano Landi, la presidentessa Licia Ferrarini, il vice Ivan Paterlini e il dg Alessandro Dalla Salda, che hanno costruito questo miracolo biancorosso, assieme al ds Alessandro Frosini. (Nella foto è a sinistra; in primo piano Menetti, a destra Della Valle)

Coach, non è un buon momento, per gli infortuni a Stefano Gentile (a Varese, sarà fuori per altri 50 giorni) e ad Amedeo Della Valle, out ora un mese e mezzo, a causa di problemi alla schiena.

“Quando stai in trincea e vivi situazioni di emergenza come questa, cresci. Ma occhio all’uscita, perchè se spari tutti i colpi in una volta sei fritto. Ci mancano due punti per avere la certezza della 5^ final Eight di coppa Italia di fila, sarebbe un risultato fantastico, non diamolo per scontato”.

Venezia ha superato la Grissin Bon al secondo posto, Milano si è fermata a 10 successi in striscia. E’ in testa, raramente però domina.

“E’ l’unica squadra che fa l’Eurolega e l’impegno è pesante, al rientro in campionato non passeggia. Il nostro obiettivo è non farla passeggiare, metterla in difficoltà a ogni livello, emotivo e tecnico. Ha perso solo a Venezia, era stata sotto anche di 25 punti ma è andata vicina a portarla a casa”.

Repesa è in discussione, nonostante quella panchina profondissima.

“Le alternative sono determinanti, con tanti impegni. L’Eurolega impone una fisicità diversa e il problema è mantenerla per 40’. Nei primi due quarti delle ultime gare Milano è assolutamente attaccata al match. Contro di noi potrebbe dare spazio alle seconde linee, ritenendole sufficienti per batterci e allora cerchiamo di approfittarne”.

In Europa Milano è penultima, con 8 punti, a 6 dall’ottava posizione. Può risollevarsi?

“Credo di sì, è un girone unico e c’è tutto il ritorno, lo spero per il movimento italiano. Non gufo mai, neanche nel calcio: tengo la Juve ma in Europa penso sia giusto tifare per le italiane. L’Armani ha la licenza pluriennale in Eurolega, è importante avanzi per la nostra pallacanestro”.

Anche la finale scudetto era stata caratterizzata dagli infortuni di Reggio. A Della Valle cosa è successo?

“Il dolore è su una vertebra, occorre molta attenzione. Dev’essere una problematica strutturale, non credo sia un lavoro sbagliato con i pesi, di sovraccarico. Per sopportare un certo livello di impegno fisico, probabilmente si è creata un’ernia. E in fondo in questi anni ci sono capitati tanti infortuni strani”.

Jamarr Sanders è già pronto per debuttare?

“Non ancora. Arriverà nei prossimi giorni, lo utilizzeremo nel nuovo anno. Intanto avranno più spazio i nostri giovani italiani”.

L’esaurito dei 5500 posti al Paladozza era sottinteso?

“Non proprio, sono bastati 4 giorni per vendere tutti i biglietti e probabilmente il giorno della gara ne sarebbero stati polverizzati altri 2-3 mila, perchè questo match di cartello cattura gente anche dalle province vicine”.

E venerdì 6 gennaio, ma al PalaMalaguti di Casalecchio di Reno, ci sarà un altro sold-out, per Virtus-Fortitudo…

“Remake del quarto di finale di Eurolega, del ’98. Adesso sono in A2, vivono un momento di difficoltà, ora il derby ha un respiro molto bolognese. Sarà bello il contorno”.

La Mapei è sponsor anche della Pallacanestro Reggiana. Simpatizzate per il Sassuolo?

“Quanto hanno fatto in questi anni è grandioso, la loro gestione di squadra è di riferimento. Ne va riconosciuta la professionalità”.

Nonostante l’eliminazione in Europa e il quintultimo posto?

“Beh, loro almeno hanno giocato l’Europa league. Noi siamo l’unico caso di vicecampioni d’Italia fuori dalle coppe (per il no della Fip all’EuroCup, ndr) e così le settimane sono lunghissime, è difficile tenere alta la tensione, in allenamento”.

La fine dell’anno concentra turni di serie B e Lega Pro, di basket e volley. E’ giusto che faccia vacanza solo la A?

“Sono entrate nella nostra mentalità queste feste fra palestra e partite, rigiochiamo lunedì 2 gennaio e domenica 8. Contribuiscono al business, alla crescita del movimento e delle società, i professionisti devono essere ben disposti a lavorare anche il giorno di Natale e dintorni”.

Ecco, in generale i giocatori hanno voglia di sacrificarsi?

“Ce ne sono di molto professionali e altri meno. Noi abbiamo buoni risultati grazie a un bel mix fra i giovani, che è anche giusto si divertano, e gli altri. Nel nostro lavoro fortunatamente non dobbiamo alzarci alle 4 del mattino. E tutti hanno ben presente la vita da professionisti”.























 
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