In vita mia non mi sono mai sentita dare della 'puttanà così spesso. Cercavano di farmi male in ogni modo». Aver giocato anche all'estero - con squadre professionistiche in Spagna, Turchia, Israele e Grecia - ha per lei gettato una luce ancora più cruda sull'esperienza nella Wnba. Che però, conclude «mi ha resa più forte. Non ho nemici nella vita». Com'era prevedibile, la denuncia della Wiggins - «non un atto di coraggio, ma sarebbe stato vile da parte mia tacere» - ha scatenato un vespaio nel mondo del basket femminile. Non sono mancati gli attestati di solidarietà da parte di colleghe, ma altre hanno negato di aver mai subito esperienze simili, rimproverandole - come ha scritto sul proprio sito Imani Boyette, dei Chicago Sky - la scelta di «gettare fango su un'intero campionato, voltando le spalle al mondo nel quale hai costruito la tua carriera. Mi hai fatto male». E Monique Currie, giocatrice di San Antonio, nel proprio blog ha messo in dubbio che Wiggins abbia mai vissuto le esperienze descritte: «In 11 stagioni mai sperimentato episodi di bullismo».
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