Matteo Spagnolo: «Doncic, ti rubo il mestiere»

Matteo Spagnolo: «Doncic, ti rubo il mestiere»
di Giacomo Rossetti
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 11:24

Diciott’anni e il mondo in mano, come fosse quel pallone da basket che sa trattare divinamente, tra un palleggio dietro la schiena e un passaggio geniale. Matteo Spagnolo è un predestinato: a un’età in cui altri giocatori sognano di debuttare, lui è protagonista in Serie A con la Vanoli Cremona, ha alle spalle già tre anni di Real Madrid (che detiene il suo cartellino), e un futuro radioso gli si staglia davanti. Che sia in Eurolega o magari in Nba, è tutto da scoprire. Ma se continua a incantare sul parquet, gli scout a stelle strisce non se lo lasceranno sfuggire.
Quale è stato il primo impatto con la Serie A?
«Per me è un nuovo mondo, è stato molto emozionante esordire prima in Supercoppa e poi nella massima serie. Ci ho messo un paio di partite a ingranare, ma gara dopo gara è andata sempre meglio. Mi sono reso conto che dovevo aumentare l’intensità e la fisicità».
Che differenze ha riscontrato con il basket spagnolo?
«Nel Real Madrid ciascuno ricopriva esclusivamente un ruolo tattico specifico, in cui eccelleva. Chi distribuiva assist, chi andava a canestro… In Italia invece tutti i giocatori fanno tante cose. C’è meno rigidità nei ruoli».
Giocare da minorenne nel club più titolato d’Europa è un privilegio riservato a pochi.
«È stata un’esperienza fantastica. Nei tre anni bellissimi che ho passato in blancos ho capito bene cosa vuol dire la vita da professionista: ho fatto tanti sacrifici, ma ne è valsa la pena. Poi Madrid è una città fantastica, ci ho lasciato un pezzo di cuore. Puerta del Sol, Gran Via… ogni volta che uscivo per passeggiare era uno spettacolo».
Cosa ha imparato nei quattro anni trascorsi a Roma, alla Stella Azzurra?
«Quello è stato il momento in cui mi sono detto per la prima volta: “il basket può diventare il mio lavoro, ciò che mi farà vivere”. Soprattutto nel secondo anno, in Serie B (il club ottenne una deroga per farlo giocare a soli 14 anni, ndr), ho iniziato a uscire dalla mia comfort zone. Roma… beh, mi è rimasta dentro. Penso a luoghi magici come il Pincio, ma anche Fontana di Trevi».
Come vanno questi primi mesi a Cremona?
«Benissimo: ho trovato un ambiente molto familiare, sia la società che i tifosi sono fantastici. La città mi piace parecchio, ha un bel centro. Adesso l’obiettivo mio e della squadra è giocare sempre meglio, trovando sempre più ritmo visto che abbiamo talento e canestri nelle mani. Poi vedremo cosa ci riserverà la stagione, siamo ancora all’inizio ed è lunga».
Chi vede favorita per lo scudetto?
«Difficile dirlo, ci sono squadre fortissime come l’Olimpia Milano, la Virtus, Venezia… Sarà una lotta molto combattuta».
Lei ha vissuto in tante città, ma resta un brindisino doc.
«Ogni volta che posso, torno a casa: sono molto legato alla mia famiglia, ai nonni e ai cugini. Quando mi trovo in Puglia e posso sgarrare con la dieta, mi concedo la pizza, troppo buona. Anche se grazie alla mia sorellina Roberta ho iniziato a mangiare pure il sushi: lei ne va matta».
Allenamenti e partite a non finire: qualche passatempo rilassante ce l’ha?
«Il mio hobby preferito è… dormire (ride, ndr). A parte gli scherzi, guardo tantissimo basket al computer: gli highlights dell’Nba e le grandi partite dell’Eurolega del passato, magari di squadre leggendarie come il Panathinaikos».
In Serie A quali sono i suoi playmaker preferiti?
«Visto che è stato il mio idolo, dico Sergio “Chacho” Rodriguez dell’Olimpia Milano. Ma anche il mio compagno di squadra Peppe Poeta ha un’intelligenza cestistica fuori dal comune. Io devo migliorare ancora tantissimo: nella padronanza del palleggio, nel tiro da tre e da due e nel fisico. Non si finisce mai di lavorare».
ESPN l’ha inserita tra i top 100 prospetti 2022. In Nba chi le piace di più?
«Cerco di rubare con gli occhi a più giocatori possibile. In fondo, è una lega di fenomeni. Luka Doncic mi esalta per il controllo che mostra durante ogni azione. E nel mio stesso ruolo non posso non dire Chris Paul, un mostro nel pick and roll. O un tiratore eccezionale come Dame Lillard».
Quest’estate l’Italbasket ci ha fatto sognare…
«Ho seguito sempre gli azzurri: hanno fatto un grandissimo percorso, al di sopra delle aspettative.

Spero un giorno di far parte anch’io della Nazionale, vestire l’azzurro è un onore».

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