A proposito di questo ricambio, la qualificazione al pre olimpico ha portato a qualche riflessione?
«Non si può dire che questo mondiale appena finito non abbia portato dei risultati. Volevamo qualificarci al pre olimpico e il risultato minimo l’abbiamo ottenuto. Ora vogliamo rinnovarci. Certo, la sconfitta contro la Spagna lascia l’amaro in bocca, ci siamo andati davvero vicini. Magari potevamo essere eliminati ugualmente, ma sarebbe stata una vittoria prestigiosa, per i giocatori, per i tifosi, per tutto il movimento».
Ora che si conoscono le 24 squadre, il pre olimpico diventa ancora più difficile per l’Italia?
«È difficile per tutti, nessuno pensa che giocare contro di noi sarà una passeggiata. Scariolo, da persona onesta quale è, ha detto che le due partite più difficili sono state contro l’Italia e l’Australia, quindi anche noi siamo temuti. La Serbia stessa sa che contro di noi non sarà una passeggiata. Sappiamo per certo che i nostri Nba, Melli compreso che ai mondiali abbiamo patito come un’assenza pesantissima, e quelli che giocano l’Eurolega vogliono esserci e già questo mi conforta. Andare a Tokyo non è solo un sogno e Sacchetti, Molin e tutto lo staff tecnico lo sanno bene, così come la Federazione».
La stagione comincia con la Supercoppa italiana a Bari. Un bell’impianto, come sarà Pesaro per la Coppa Italia. C’è grande fermento anche dal punto dell’impiantistica?
«La popolarità di uno sport è quando tocchi i grossi centri, Bari è uno di questi, o Pesaro, altra realtà alla quale siamo molto legati. Roma vuole candidarsi per la Coppa Italia 2021 e lo merita come lo merita la famiglia Toti che fa tanti sacrifici. Abbiamo un’altra realtà a Roma, l’Eurobasket, costretta ad emigrare a causa della mancanza di impianti adeguati. Una cosa inconcepibile per la capitale e l’Italia intera. Un grande applauso merita il nuovo Pala Lido, grazie all’impegno del signor Armani e del Comune di Milano. Nell’anno in cui l’Olimpia vuole tornare a vincere mi pare un’ottima cosa. Attenzione a Bologna, Venezia e Sassari».
Due parole per finire sulla vicenda del contratto di servizio che vede il Coni contrapposto ad alcune Federazioni, tra cui quella del basket.
«Come ho avuto modo di dire anche sulle vostre colonne, ho particolare affetto per il Coni, ma non vogliamo e possiamo fare guerra al Governo. C’è una legge di Stato passata in giudicato per la parte che conosciamo e ci saranno i decreti attuativi. Oggi è Rocco Sabelli che gestisce la cassa e fare discorsi di sentimento o legati al passato non serve. Per esperienza, i professori me li scelgo, non me li faccio dare».
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