Petrucci, il Basket italiano da rilanciare
«Meno stranieri e una grande Nazionale»

Petrucci, il Basket italiano da rilanciare «Meno stranieri e una grande Nazionale»
di Carlo Santi
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Venerdì 21 Marzo 2014, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 15:57
Gianni Petrucci guida il basket italiano con l’entusiasmo di sempre. Di ritorno in Federazione dopo quattordici anni trascorsi al Coni, capo dello sport italiano, Petrucci è impegnato nel rilancio della pallacanestro che è alle prese con tanti problemi, dalla visibilità agli impianti, dagli sponsor alla crisi economica che frena il Paese.

Presidente Petrucci, a che punto è con la battaglia per avere in campo sempre più italiani?

«La situazione del basket è sotto gli occhi di tutti. Basta guardare qualche partita: spesso in campo ci sono sempre cinque stranieri».

L’Ue sostiene la libera circolazione dei giocatori professionisti. Lei ha chiesto aiuto anche al Coni per limitarli.

«Ho rispetto per l’Unione europea ma stiamo valutando cosa fare. Devo dare atto a Malagò e Soro che mi stanno aiutando».

Quale potrebbe essere il suo ultimo tentativo?

«Come ultima spiaggia, ma ripeto ultima spiaggia, ridurre i permessi per gli extracomunitari. Del resto c’è da valutare la specificità dello sport anche nel trattato della Ue. La presidente italiana dell’Unione dovrebbe farsi sentire».

Intanto nel campionato di serie A è scoppiato il caso Siena: società in fallimento, torneo a rischio per la Montepaschi?

«Vorrei non dire nulla di questa vicenda».

Il bilancio del club è in rosso, un deficit spaventoso, tra i 25 e i 30 milioni di euro.

«La società è monitorata giorno per giorno ma per chiarezza voglio che si finisca il campionato».

Società in liquidazione e possibilità di perdere qualche scudetto? L’articolo 44 del Regolamento di giustizia federale al punto 4 recita che “qualora per effetto della frode o di illecito sportivo sia stato conquistato lo scudetto ovvero altro titolo o trofeo cestistico può esserne disposta la revoca”. Se si accerterà la frode, l’ultimo scudetto può andare a Roma?

«Anche di questo io, presidente, non vorrei dire nulla. Saranno altri nell’eventualità a dover chiarire. Il rischio esiste».

In questi giorni Carlo Recalcati, in passato cittì, ha parlato di controlli inesistenti o insufficienti. Cosa c’è di vero, presidente?

«Strano. All’Ufficio inchieste Recalcati ha negato. Ha detto che si riferiva non agli stipendi dei giocatori».

Di cosa ha bisogno, adesso, il basket italiano?

«Dei risultati della nazionale. Sono trenta anni che lo dico: questo è uno sport che dopo il calcio fa più spettatori di tutti».

La nazionale ha un Belinelli che nella Nba è una stella: ha vinto la gara del tiro da 3 punti all’All Star. Un valore aggiunto per il noi, vero?

«Su Belinelli dobbiamo impostare una campagna promozionale. Il suo successo è uno spot per noi».

Lo avremo l’estate prossima con la nazionale impegnata nelle qualificazioni per gli Europei 2015?

«Il nostro allenatore Pianigiani, che sta facendo un grandissimo lavoro, la settimana prossima andrà in America per parlare con i ragazzi».

Forse mancano grandi sponsor, Armani a parte, come Benetton e Scavolini. Cosa pensa di questo?

«Per riaverli, Benetton e Scavolini, farei la Scala Santa».

Lei ha guidato per 14 anni lo sport italiano. Adesso il presidente è Malagò con il quale ha un buon rapporto. Come giudica il suo primo anno al Coni?

«Vero che ho un buon rapporto con Giovanni e vorrei mantenerlo. È un gran lavoratore ma vuole sempre evidenziare una diversa visione. Io condivido che siamo completamente diversi sulla gestione, sulla comunicazione e sui giudizi morali. Ho sempre presenti le parole di Papa Francesco: “Chi sono io per dare giudizi?”».



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