E’ stata un’estate particolare per il giocatore nato a Maddaloni 26 anni fa. Chiusa l’esperienza a Bologna, sponda Virtus, non riuscendo a conquistare neppure i play off, ai primi di giugno l’operazione al pollice della mano destra che lo ha costretto a fermarsi due mesi dopo aver sofferto per un anno e mezzo. I tempi di recupero sono stati più lunghi del previsto, costringendo il più piccolo dei fratelli a rinunciare al Veteran Camp degli stessi Rockets a fine agosto e poi alla chiamata in Nazionale, anche per preparasi al meglio all’appuntamento che scatta in Texas domani. Invece, ancora una stop, questa volta di natura contrattuale.
Sono passati quattro anni dalla notte del Draft quando Alessandro fu chiamato da Houston con il numero 53, sponsorizzato da Gianluca Pascucci, al tempo “vice president of player personnel” della franchigia texana e già general manager a Milano quando lo strappò, forse prematuramente, da Treviso e dalla Ghirada, sua “culla” cestistica. In Nba non ci andò perché volle prolungare il contratto con Milano, fresco di vittoria in finale scudetto contro Siena. Convinto di poter diventare il simbolo dell’Olimpia o comunque potersi ritagliare uno spazio importante in qualche altra squadra europea dove avrebbe potuto giocare da stella piuttosto che da comprimario a Houston non avendo nelle gambe tanti minuti da titolare e dovendo migliorare in molti fondamentali. Non è andata come avrebbe voluto. Senza l’accordo con i Rockets, il futuro di Gentile junior è tutto, ancora una volta, da scrivere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA