Virtus Roma, ore contate per non scomparire

Virtus Roma, ore contate per non scomparire
di Marino Petrelli
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Giovedì 21 Maggio 2020, 11:31
Un patrimonio della capitale e dell'intero basket italiano. Eppure la Virtus Roma, senza un main sponsor sulla maglia e da 96 ore con il suo proprietario che ha gettato la spugna, sembra destinata a chiudere. Toti è stato chiaro: «A queste condizioni non vado da nessuna parte e devo pensare alle mie aziende». Il 15 giugno scadrà l'iscrizione alla Serie A e margini per un ripensamento non ce ne saranno, a meno che non intervengano gli aiuti necessari a ridare lustro alla pallacanestro a Roma, che vanta uno scudetto, coppe europee vinte e finali tricolore giocate appena pochi anni fa. Oltre ad essere rimasta una delle tre squadre, insieme a Sassari e Brindisi, a difendere il buon nome del centro sud nel massimo campionato italiano.
GIRO D'ORIZZONTE
Un grido di allarme che non ha lasciato insensibile Daniele Frongia, assessore allo sport del comune di Roma. «Ci stiamo adoperando per spargere la voce tra imprenditori di assoluta fiducia e sto cercando di sfruttare al massimo la rete di contatti a mia disposizione» ha dichiarato. Qualche sondaggio c'è già stato e che, per quanto è dato sapere, coinvolgerebbe Giovanni Malagò, presidente del Coni, già traghettatore nel 2000 prima del definitivo passaggio di quote a Toti e citato anche dal presidente federale Gianni Petrucci. Il quale, al momento, preferisce non confermare né smentire. «Rispetto alla notizia choc di qualche giorno fa qualcosa si sta muovendo per la Virtus, ma è meglio attendere una situazione più chiara per tutti dice il numero uno della Fip raggiunto al telefono -. Certo è che le grandi aziende avranno maggiori difficoltà ad investire, non solo a Roma ma in generale nel nostro paese».
NIENTE MUNICIPALIZZATE
Voci che si rincorrono, dunque, anche quella che vedrebbe interessata una cordata inglese con avviati business in Italia. Molto più difficile, al momento, ipotizzare l'ingresso come sponsor di qualche municipalizzata della capitale, come avvenuto in passato con Acea, arrivata, nel 2011, all'indomani dell'addio di Ashley Madison, il famoso sito di incontri extra matrimoniali che aveva promesso una sponsorizzazione da un milione e mezzo di euro, poi rifiutata da Toti perché «in contrasto con i valori etici e morali, personali e del club».
RICHIESTE
Una situazione «completamente inaspettata forse no, visto che da tempo l'ingegnere stava chiedendo aiuto a sponsor e istituzioni, ma che dispiace conoscendo lo storico di questi due anni, e di questi 20 nel loro complesso», commenta Piero Bucchi, allenatore in carica. «Roma deve essere riconoscente a Toti e alla sua famiglia per quello che ha fatto in tutti questi anni così come a coloro che hanno lavorato in questa società».
Non aiuta, infine, la situazione dell'impiantistica capitolina. Il PalaTiziano, in particolare, casa della Virtus per diversi anni, giace in uno stato comatoso. Frongia ha garantito che il comune è pronto a «lanciare il bando di gara e finalmente contare su un grande progetto a cui fare affidamento». Sarebbe già un aiuto concreto per la Virtus, e in generale per molte società sportive romane, costretta a pagare una cifra astronomica di affitto per il PalaEur, si parla di quasi 500 mila euro a stagione. Ma i tempi, si sa, saranno lunghi. E il presente non può attendere.
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