Heat-Lakers la Nba cerca i “nuovi” re

Heat-Lakers la Nba cerca i “nuovi” re
di Marino Petrelli
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 09:30
JR Smith lo aveva previsto già a febbraio. «Non prendetemi per pazzo, ma penso che Miami possa arrivare in finale», aveva scritto in una storia su Instagram l’attuale giocatore dei Los Angeles Lakers, a quel tempo free agent. E così è stato: da stanotte (diretta dalle 3 su Sky Sport Uno e Sky Sport Nba), gli Heat affronteranno i Lakers, che non arrivavano in una finale per l’anello Nba dal 2010 e mai come quest’anno sembrano davvero attrezzati per vincerlo. A guidarli Lebron James, proprio lui che a South Beach ha vinto due titoli nel 2012 e nel 2013, il secondo e il terzo del club dopo il primo nel 2006 con Shaquille O’Neal e Dwyane Wade. Ma il “re” non si è mai guardato indietro e ha sempre puntato al massimo, anche dal punto di vista statistico: è andato più volte in finale lui di 27 franchigie della Nba. Charlotte, Denver, i Clippers, Memphis e Minnesota non sono mai arrivate a giocarsi una finale. Delle altre 24, solo tre possono vantare più apparizioni in finale rispetto al numero 23 dei Lakers, che si è già giocato l’anello altre 5 volte con i Cavs e 4 con gli stessi Heat. Il trio James, Davis e Rondo ha permesso alla squadra losangelina di avere un livello altissimo di qualità e il pronostico sembra tutto dalla parte dei gialloviola. Howard e Jr Smith hanno aggiunto solidità, minuti preziosi e punti importanti ad una squadra nata per vincere e che ora ha “solo” l’ostacolo Miami sulla strada verso il titolo. 
Gli Heat alle Finals possono sembrare una sorpresa solo per chi non conosce il grande lavoro che sta dietro a una franchigia storica, modello non solo in campo ma anche fuori, a livello manageriale, grazie alla visione del presidente Pat Riley, l’altro grande ex della sfida, leggenda dei Lakers sia come giocatore che come coach. Butler, Adebayo, Dragic e un gruppo coeso hanno spinto Miami ad una finale forse inaspettata, ma meritatissima. Le scelte intelligenti al Draft hanno fatto il resto. Una su tutte: Tyler Herro. Tredicesima scelta lo scorso giugno, nella sua prima stagione in Nba ha viaggiato in regular season, a 13,5 punti in 27,4 minuti di utilizzo medio. Nei playoff in gara-4 della finale di Eastern Conference contro i Celtics, Herro ha messo a segno il suo career high con 37 punti segnati in 36 minuti, È il secondo giocatore più giovane, alle spalle di Magic Johnson a segnare così tanti punti durante una partita dei playoff. 
FEDELISSIMI
Dal 2011 non c’è una finale senza almeno uno fra LeBron James e Andre Iguodala. Entrambi ne hanno vinte 3. Dal 2015 al 2018 ci sono arrivati entrambi: 3 vittorie per Iguodala, 1 per James. E poi l’iconica stoppata di LeBron su Andre nella finale del 2016. Il “Re” giocava a Cleveland, Iguodala ai Warriors. Vinsero i Cavs. Anche Phil Handy, attuale assistente allenatore ai Lakers, è stato al fianco di David Blatt e Tyronn Lue a Cleveland prima, e quindi presente in tutte le 4 finali in fila disputate dai Cavs dal 2015 al 2018, poi tra gli aiutanti di coach Nick Nurse a Toronto l’anno scorso, per la sua quinta apparizione in fila in finale. Da questa notte i secondi non sono ammessi, si gioca solo per vincere.
 
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