Parte domani il giro del mondo in solitario: Pedote unico italiano al via

Parte domani il giro del mondo in solitario: Pedote unico italiano al via
di Francesca Lodigiani
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Sabato 7 Novembre 2020, 22:01 - Ultimo aggiornamento: 22:04

Sabato 6 novembre ore 16.28. Da Les Sables d’Olonne arriva il messaggio di Stefania. “Risultato test Covid Giancarlo negativo.”

Giancarlo è Giancarlo Pedote, 44 anni, l’unico concorrente italiano in gara col suo Prismyan Group  nel Vendée Globe, il giro del mondo in solitario senza scalo, né assistenza la cui partenza “a porte chiuse” cioè senza l’usuale marea di appassionati che da terra e in mare seguono ogni 4 anni il via di questa incredibile avventura, è prevista domani, domenica 8 novembre alle 13.02.  Un’impresa  che solo in 89, dei 167 che l’hanno tentata nelle 8 edizioni dal 1989 ad oggi, sono riusciti a portare a termine.

Stefania è la moglie di Giancarlo, due figli piccoli insieme,  che con lui ha lasciato Scandicci vicino a Firenze dove Giancarlo è cresciuto, per trasferirsi  da alcuni anni in Bretagna con l’obiettivo di crescere velicamente tanto da poter affrontare l’Everest delle regate oceaniche, una circumnavigazione senza scalo, né scorciatoie, che porta i solitari a doppiare i tre grandi capi: Buona Speranza,  Horn,  e Leuwin in Australia. Un percorso teorico di 24.296 miglia, cioè 44.996 chilometri, attraverso i climi più diversi, compresi quelli gelidi  dell’emisfero sud e attraverso tutti i  mari, dai rabbiosi dei famigerati 40 ruggenti e 50 urlanti, ai  placidi delle calme equatoriali che mettono alla prova i nervi.  

In solitario, senza scalo e senza assistenza con l’ IMOCA

Parole semplici da scrivere, più difficili da comprendere fino in fondo.  Senza scalo, significa star per mare tra i 74 giorni e 3 ore del record stabilito nella edizione 2016/2017 e i  100 giorni dei concorrenti con le barche più datate. La regola dice che puoi toccare terra solo a Les Sables d’Olonne. E che devi essere sempre  solo in barca pena la squalifica, come insegna il bel film con François Cluzet  En Solitaire, le riprese del cui arrivo sono immagini di un vero arrivo del Vendée Globe. Puoi  solo decidere, per ragioni meteo o per riparare avarie, di dare ancora vicino a una costa, ma senza accettare alcun aiuto esterno. Senza assistenza significa anche che non hai il supporto di un routier che da terra monitorizza il meteo e ti guida. Che puoi  contare solo su te stesso per riparare le avarie che in un lasso di tempo così lungo, soggetto a infinite variabili climatiche,  fatalmente si verificano su quegli oggetti navigo-volanti, sofisticati e complessi, che si chiamano IMOCA, da International Monohull Open Class Association. Scafi  lunghi 18.28 metri, che  raggiungono i 30 nodi di velocità nella versione foiling, nativa o diventata tale a seguito di trasformazione di barche di precedente generazione, come è  Prysmian Group.

Significa che se stai male o ti ferisci, devi curarti da solo. Al massimo puoi chiedere via satellite il supporto del medico della regata il cui aiuto serve solo se disponi  già delle nozioni per comprendere le prescrizioni e la capacità e freddezza di seguirle .

Proprio dal fronte salute è arrivata per questo Vendée Globe l’ultimo cimento psicologico. Causa Covid la Francia è in lock down duro e si è permesso il via alla regata solo a condizione di stretti controlli. Misurazioni di febbre e tamponi a volontà quindi,  con l’ansia, se  il virus si fosse manifestato, di vedersi impedita la partenza e buttar via anni di preparazione per una regata che ha cadenza quadriennale. Fortunatamente fino ad ora nessuno è risultato positivo.

I concorrenti  

Sono 33 i concorrenti della 9° Vendée Globe, 27 uomini e 6 donne. Lo zoccolo duro è nella fascia dei 30/40 anni, rari gli over 60. 27 anni ilpiù giovane. I favoriti?  L’inglese Alex Thomson con Ugo Boss e il francese Jérémie Beyon con Charal. Ma a fronte di coloro che possono aspirare alla vittoria, esiste metà flotta con scafi non volanti per i quali partecipare è piuttosto una sfida con gli elementi e con se stessi, una prova dei sogni e degli incubi,. Una impresa sportiva che richiede una preparazione fisica, psicologica e tecnica assoluta. Giancarlo Pedote, laureato in filosofia all’Università di Firenze, ma  con un’attitudine all’approfondimento tecnico e alla metodicità fuori del comune, ha lavorato instancabilmente alla preparazione, alla conoscenza di ogni vite, di ogni bullone, di ogni fusibile del suo mezzo. Oltre questo però, e ne è consapevole, c’è l’ignoto, il fato e la fortuna che in queste imprese ha comunque un  ruolo di rilievo.

Le origini

L’antesignana del Vendée Globe è il Golden Globe, il primo giro del mondo in solitario senza scalo con partenza e arrivo in Cornovaglia che prese il via nel 1968. Partirono in 9. Ne arrivò solo uno, Sir Robin Knox-Johnston, che tagliò il traguardo il 6 aprile 1969 dopo 313 giorni di navigazione. Quanto all’Italia, Giancarlo è il quinto timoniere a partecipare. Prima di lui ci sono stati  nel 1992 Vittorio Malingri, nel 2000 il romano Pasquale De Gregorio e Simone Bianchetti e  nel 2012 Alessandro Di Benedetto. Ora, dopo 8 anni, di nuovo un italiano, un outsider di razza che ha nel palmares, oltre ai risultati  in Mini 6.50, compresa la vetta del ranking  mondiale, la vittoria della Transat Jacques Vabre del 1915.   

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