Tuffi, Europei: acqua azzurra, acqua d'oro

Tuffi, Europei: acqua azzurra, acqua d'oro
di Piero Mei
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Lunedì 13 Agosto 2018, 09:30
Chiara Pellacani è la “bambina d’oro”: ha 15 anni e undici mesi e ha vinto la medaglia più giovane di quanto accadde a Tania Cagnotto, che salì sul podio europeo diciassettenne.
 


Chiara è romana, e Roma ha una grande tradizione di tuffatori; studia al liceo scientifico sportivo e sognava di nuotare. Però, da ragazzina ancor più piccola, a un campo estivo un compagno di classe, che forse le faceva il filo (ora a farlo è il tuffatore Vladimir Barbu con il quale la Pellacani è fidanzata), la prese per mano e la portò ai piedi del trampolino di un metro. «Buttati, se hai coraggio». Chiara si buttò e da allora, dice «non ho più smesso». Quando Tania e Francesca hanno deciso di ritirarsi (forse provvisoriamente: sono diventate mamme e l’idea di Tokyo 2020 con due mamme da tuffo è una suggestione che potrebbe realizzarsi), si è formata una nuova coppia, destinata a difendere il regno, almeno europeo, di quelle due, durato otto volte dal 2009 a qui. E Chiara è stata individuata come partner di Elena Bertocchi, più grande di lei di otto anni e già abituata alla medaglia, perciò nessuna vertigine da podio o da trampolino che sia.

205B
Elena e Chiara salgono i gradini che portano tre metri sopra l’acqua per il loro quinto tuffo della gara di Edimburgo, città di intrighi e magie. Chiara comanda: pronti, uno, due, tre (non trè, con la “e” aperta, come Mike Bongiorno e Tania Cagnotto). E’ il tuffo catalogato con il numero 205b, doppio e mezzo indietro.
Tre: le due azzurre volano in piena sincronia; i giudici danno un complessivo 59.40; male che vada per le italiane sarà argento. Ma va male per le inglesi: 39.40 il loro punteggio, anziché tuffarsi cadono giù e cadono anche dall’oro al legno, quarto posto. Il totale di Pellacani-Bertocchi non è molto alto, 289.26, ma l’importante è vincere. Lo dice Chiara: «Quello che mi è piaciuto di questa gara, dopo la vittoria ovviamente, è che sia Elena che io siamo state tranquille; non abbiamo sentito nessuna pressione; siamo andate avanti tuffo dopo tuffo, pensando solo a far bene».La tranquillità sembra la cifra principale della Pellacani: «Mi alleno sempre; per fortuna ho degli insegnanti che capiscono e così qualche volta riesco a tuffarmi anche per due sessioni al giorno». Quanto a tuffarsi nella vita Chiara dice che non potrebbe più fare a meno del suo sport, «che mi fa viaggiare, ed io sono una patita dei viaggi». Viaggiare lontano, magari fino a Tokyo 2020: «Le Olimpiadi, naturalmente, sono il sogno di ogni atleta e dunque anche il mio. Avrò quasi diciotto anni e quindi perché non pensarci?». La ragazza della Generazione Z sa quel che vuole. E l’Italia con lei. Se Tania tornasse con Francesca avrà non le “nemiche” alle porte, ma dentro casa. Come tutti gli sportivi d’acqua italiani: lo dice un numero, il 39, che è quello delle volte che gli azzurri sono usciti dall’acqua e saliti sul podio europeo. Nella smorfia napoletana significa “la corda al collo”: qui al collo del nuoto c’è 39 volte una medaglia.
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