Tortu e il mondiale per staffette: «Italia, vola insieme a noi»

Tortu e il mondiale per staffette: «Italia, vola insieme a noi»
di Mario Nicoliello
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Sabato 1 Maggio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17:45

Riparte dalla Polonia la caccia all’Olimpiade. Già archiviata la pratica nei 100 metri individuali, Filippo Tortu e Marcell Jacobs si giocano oggi la carta a Cinque Cerchi nella 4x100 assieme a Fausto Desalu e Davide Manenti. I gemelli diversi dello sprint tricolore saranno protagonisti ai Mondiali di staffette di Chorzow, nella regione della Slesia, dove il quartetto azzurro è atteso stasera alle 20.40 all’appuntamento decisivo per i Giochi: per staccare la qualificazione diretta serve un posto fra i primi otto, quindi l’accesso alla finale di domani. In caso contrario bisognerà aspettare il 29 giugno, quando chiuderanno le liste mondiali.

«Fra noi c’è una bella atmosfera, siamo uniti e non vediamo l’ora di scendere in pista», osserva Marcell Jacobs, oro nei 60 agli Europei indoor di Torun in marzo. «Finalmente ci ritroviamo e gareggiamo come una squadra, non succedeva di Mondiali di Doha 2019 e ci è mancato. Abbiamo voglia di correre. Siamo come due piloti della stessa scuderia. Tifiamo entrambi per la Juve, lui è più Mercedes e io più Ferrari», gli fa eco Filippo Tortu. Proprio il brianzolo, primatista italiano con 9”99, è l’uomo più atteso allo Stadion Slaski (53mila posti a sedere che nel weekend resteranno vuoti), dopo un inverno senza competizioni al coperto e con l’aggiunta del Covid. Appena arrivato in Polonia e dopo essersi sottoposto ai tamponi – il protocollo prevede un test all’arrivo e successivamente ogni 48 ore – Tortu risponde alle domande del Messaggero. 

Dopo un inverno senza gare, come si presenta all’evento iridato dove il protagonista è il testimone? 
«Arrivo davvero molto bene a questi Mondiali, perché ho molta voglia di correre. Reputo la staffetta una delle più belle gare dell’atletica, quindi ci tengo particolarmente a questa manifestazione. In più abbiamo da staccare il pass per Tokyo con la squadra». 

Mentre lei era fermo, il suo collega Jacobs vinceva l’oro agli Europei al coperto. Per lei Marcell è più un amico o un rivale? 
«Tutte e due.

Sicuramente è un grande amico, perché con lui mi piace parlare e scherzare, però visto che facciamo la stessa gara lo devo considerare anche un mio rivale. Di certo potermi confrontare negli allenamenti della staffetta con un campione come lui è un bello stimolo e penso che anche per Marcell valga la stessa cosa. In definitiva siamo qui per il bene dell’Italia, quindi questo week-end remeremo dalla stessa parte». 

Dopo Chorzov come proseguirà la sua stagione olimpica? 
«Mi concentrerò sui 100 metri. Prima uscita a Savona il 13 maggio, poi l’agenda sarà tutta da costruire». 

Cio e comitato organizzatore stanno facendo di tutto per salvare i Giochi. A luglio però in Giappone non ci saranno i tifosi internazionali. Cosa significa per lei gareggiare senza pubblico? 
«Sono sincero, se per fare le Olimpiadi occorrerà tenere gli stadi chiusi, preferisco che si facciano così piuttosto che non si facciano proprio. Già il rinvio di un anno è stato duro da digerire, adesso non ci possiamo permettere altri passi falsi». 

Mai finora un italiano è riuscito a centrare la finale olimpica dei 100 metri. Per entrare nei magnifici otto quanto dovrà correre veloce? 
«Di sicuro dovrò scendere sotto i 10 secondi, quindi migliorare il mio personale di 9”99». 

Molti addetti ai lavori la ritengono più portato per i 200 che per i 100. Lei cosa pensa in merito? 
«Sicuramente a partire dall’anno prossimo allungherò la gittata e gareggerò più spesso anche sui 200. Ad oggi però reputo di essere più portato per i 100». 

Anche lei si è preso il virus questo inverno. Cosa le ha lasciato l’esperienza del Covid? 
«Mi ha insegnato a essere capace di gestire i cambiamenti e a non farsi trovare impreparato di fronte agli imprevisti». 

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