Spithill, il campione antidivo che fa volare Luna Rossa

Spithill, il campione antidivo che fa volare Luna Rossa
di Francesca Lodigiani
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Sabato 13 Marzo 2021, 07:35

James Spithill, per tutti Jimmy, 42 anni a fine giugno, segno zodiacale cancro, capelli rossi e lentiggini, australiano di Sydney, timoniere di destra di Luna Rossa, dopo le due vittorie italiane di mercoledì e ieri nella 36° America’s Cup, è diventato il timoniere con più regate vinte nei 170 anni di vita della Vecchia Brocca. Ha raggiunto quota 16 superando il suo mentore Russell Coutts, l’uomo che lo ha portato su Oracle, che è fermo a 14. Inoltre, prima che gli togliesse il primato nel 2017 il kiwi Peter Burling, era lui il più giovane timoniere a essersi aggiudicato la coppa. Per capire da dove viene e come è diventato lo Spithill di oggi, bisogna però andare indietro, fino al 1983, quando Australia II di Alan Bond, dopo 132 anni riuscì a strappare il Trofeo al New York Yacht Club. Un’impresa dalla risonanza enorme in Australia. Jimmy all’epoca ha solo 4 anni e appartiene a una famiglia che deve lavorare per arrivare alla fine del mese, ma due degli eroi di Australia II sono suoi vicini di casa nel sobborgo in cui vive, e lui ne ascolta i racconti. Nel 1986/87 il circo dell’America’s Cup arriva per la prima volta in Australia, a Perth, un evento che cattura la fantasia del giovane Jimmy. E’ in quel periodo di grande orgoglio velico nazionale che dichiara ai genitori la sua intenzione di partecipare un giorno alla Coppa. Da notare che Jimmy da ragazzino va a scuola, al di là della baia, in barca, anziché in autobus o in bicicletta come gli altri. Una scuola che non è esattamente nelle sue priorità, essendo appassionato soprattutto di sport: vela, boxe, rugby principalmente. A 12 anni emerge un problema a una gamba che richiede interventi e una sentenza medica sembra condannarlo a rinunciare ai suoi sogni sportivi. Ma la forza di volontà e la determinazione di Jimmy, il Bulldog, sono più forti. Tira di boxe, gioca a rugby e va a vela, tanto che riesce a fare la Sydney Hobart del 1998, quella col tempo terribile in cui muoiono 6 velisti, nella quale si narra abbia patito un gran mal di mare. 
LA CHANCE
L’America’s Cup arriva nella sua vita sotto forma di Syd Fisher, ricca leggenda della vela australiana, padre di plurime sfide, che decide di dare una chance a un team di ragazzi.

Al timone il giovane Jimmy ventenne. Chi era a Auckland per quell’edizione se li ricorda bene i ragazzini di Young America con la loro vecchia barca, le biciclette per spostarsi e le notti in ostello. Spithill nel magico mondo della Coppa entra così e non ne esce più e cresce con maestri importanti. Nel 2003 è con gli americani di One World, che eliminano Luna Rossa nella Louis Vuitton Cup, nel 2007 è con la Luna a Valencia insieme a De Angelis e Torben Grael. Seguono le campagne vittoriose con Oracle del 2010 e 2013, compreso il famoso come back con Ben Ainslie da 8 a 1 a 8 a 9 e la sconfitta del 2017 alle Bermuda ad opera dei kiwis e Peter Burling. Quella con Luna Rossa Prada Pirelli è la sua 7ª Coppa America consecutiva in un team italiano che lo considera dei suoi e che solo per lui, che l’italiano proprio non lo mastica, a bordo si è sintonizzato sull’inglese. Ma torniamo al rugby, lo sport della giovinezza. È attraverso quello sport che emerge in lui un credo importante, ovvero che l’interesse del team deve prevalere su quello dei singoli. Nessun fenomeno, ma un duro lavoro di gruppo. Lo stesso stile che Max Sirena ha voluto per Luna Rossa e nel quale Jimmy, ammiratore degli All Black, anche se avversari dei suoi Wallabies, crede profondamente.

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