Due video per sognare. Nel primo, tra le valigie, con la cagnolina Belle. «Dove andiamo? Andiamo in Cina? Andiamo in Cina a fare le Olimpiadi?» ripete la fuoriclasse azzurra mentre la accarezza. La bandiera cinese sovrimpressa al video fuga ogni dubbio di comprensione. Nel secondo Sofia è davanti all’aereo dell’Air China che oggi le farà toccare il suolo di Pechino. Occhiali da sole, mascherina, carta d’imbarco in mano e segno di vittoria con le dita. Perché, al di là di tutto, la prima vittoria di queste Olimpiadi la Goggia l’ha raggiunta proprio riuscendo a mettere piede su quell’aereo. Incredibile pensare che il 23 gennaio sia lontano appena due settimane. La caduta nel Supergigante di Cortina, Sofia che si rialza e arriva al traguardo sciando, le immagini televisive che, più tardi, la mostrano invece zoppicante, lasciare l’impianto portata a spalla da due membri dello staff azzurro. Poi il volo a Milano, le analisi, il responso: trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, piccola frattura del perone e sofferenza muscolo tendinea. La sua presenza ai Giochi sembra compromessa. Ma due settimane dopo Sofia è lì, davanti all’aereo, è sotto quella mascherina Ffp2 nera c’è con certezza assoluta un sorriso di soddisfazione.
Pechino 2022, Malagò garantisce su Sofia Goggia: «È pronta, sta tornando»
VOLONTÀ DI FERRO
Sofia parte e la buona notizia è sicuramente questa. A ben guardare però il dato incoraggiante è come lo fa. Con il sorriso. Goggia ha recuperato, lo dicono i medici della Fisi e, per i profani, i frequenti video social in cui solleva pesi, fa allunghi e lavora per recuperare il tono muscolare. Ma la sua partenza non è nel segno del: «intanto partiamo, poi speriamo di essere pronti». È un viaggio della speranza che è diventata certezza. La campionessa in carica della discesa libera sa di stare bene. Il tono abbattuto che l’aveva accompagnata nelle 24 ore successive all’ennesimo infortunio prima di un evento top - e, per la verità solo in quelle - ha lasciato il posto ai messaggi motivazionali e ai sorrisi. Il miracolo è riuscito: il 15 febbraio Sofia sarà al cancelletto di partenza della sua gara preferita, pronta a difendere l’oro conquistato quattro anni fa a Pyeongchang.
Ultimo ostacolo: il tampone all’aeroporto di Pechino, poi via verso il sogno.