La confessione di Alex Schwazer:
«La prima siringa a casa di Carolina»

La confessione di Alex Schwazer: «La prima siringa a casa di Carolina»
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Sabato 17 Ottobre 2015, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 16:38
«A Pechino 2008 ero pulito, ci sono le analisi, avevo un valore del sangue più basso della norma. Ho dei valori del sangue molto bassi: negli ultimi 25 anni non più di 5 campioni olimpici, di tutti gli sport di durata, di tutte le nazioni, hanno vinto con valori del sangue più bassi del mio». È un Alex Schwazer che si confessa a 360 gradi, e ribadisce di essere stato pulito quanto colse la vittoria più importante delle sua carriera, quello che parla ai microfoni di Italia 1, in un'intervista che verrà mandata in onda domani sera e di cui oggi è stata fornita un'anticipazione.
«Se ci sono campioni dopati? Sì - dice il marciatore altoatesino campione olimpico nei 50 km a Pechino ed escluso dai Giochi di Londra per una positività all'Epo - Non dobbiamo illuderci che ci sia stato il mio caso adesso, 15 anni fa quello di Pantani e ora si riparte senza niente. Penso che sicuramente qualcuno si dopi, però penso anche che tanti vincono perché sono più forti degli altri».
E lui perché ha cominciato? Non aveva paura a farsi le iniezioni? «Quando ho deciso di fare questa cosa non avevo più paura di niente - risponde Schwazer - La prima siringa? Nell'appartamento di Carolina (Kostner, ndr) in Germania, ho aspettato che lei andasse ad allenarsi e mi sono fatto la prima iniezione di Epo».
Poi l'ex carabiniere risponde a domande arrivate tramite il sito della trasmissione Openspace. «Se mi mancano più le gare o Carolina? Le gare - dice - Devo dire questo perché la nostra storia è finita, nella vita si guarda avanti e sono convinto che ognuno troverà la propria strada. Anche quando stavamo insieme, lo sport veniva sempre al primo posto, ci organizzavamo in maniera che l'attività agonistica dell'altro non venisse mai influenzata.
Ma perché Schwazer può tornare a gareggiare? Chi è per meritarlo? «Le regole parlano chiaro, non c'è una squalifica a vita da subito - spiega il marciatore - e se ci fosse la squalifica a vita a quest'ora sarei a casa con altre medaglie d'oro e mai mi sarei dopato. In tanti ritornano senza dare nessuna garanzia per dimostrare che dopo la squalifica sono puliti. Io sto facendo analisi settimanali e insieme tutte le persone che mi seguono stiamo facendo il massimo per dimostrare la trasparenza. Probabilmente molte persone non cambieranno idea sul mio conto anche dopo il mio ritorno, ma chi si intende della disciplina sicuramente lo farà, e più si andrà avanti e più lo capiranno».
Ma Schwazer pensa di poter vincere la gara olimpica di Rio 2016 anche senza prendere l'Epo? Un'eventuale debacle lo renderebbe un fallito? «Sarei molto più fallito se stessi a casa davanti al pc a scrivere commenti su cose che non conosco - risponde l'azzurro - Io non torno per cercare di vincere una gara di paese, cercherò di andare forte nella gara più difficile e importante che c'è. È difficilissimo per tutti vincere l'Olimpiade, c'è il rischio che anche se dovessi arrivare secondo sarei un fallito, ma per chi se ne intende non è così.
Perché per arrivare lì avrò fatto migliaia di chilometri a piedi in una cosa che ho odiato e ora non odio più. Sono convinto che tutti gli sportivi prima o poi passano dalla domanda Lo faccio o non lo faccio?, ma nessuno lo dice perché è un argomento tabù. Poi ci sono quelli bravi che resistono e vincono e quelli meno bravi, ma non si può dire che se uno ha barato una volta allora è un ladro sempre».


Il commento: dica la verità e non dia colpe a chi non ne ha. Finita la squalifica sarà un atleta come tutti

di Carlo Santi

Questa l’anticipazione dell’intervista ad Alex Schwazer. Che, terminata la squalifica, sarà libero di gareggiare e competere ovunque. Nessun dubbio che a Pechino fosse pulito: era anzi anemico, altro che Epo. Schwazer, però, dal momento della positività ha cambiato molte volte versione sul suo doping e poi ha incolpato altri che non lo avrebbero fermato nel suo illecito. Questo riteniamo sia inaccettabile anche perché, come lui stesso dice, le iniezioni se le faceva all’oscuro da tutti.
Ha sbagliato, va bene, non è il primo e non sarà l’ultimo campione a ricorrere alla scorciatoia, sta pagando, la squalifica finirà e tornerà libero di marciare come prima.
Torni libero, Alex, libero dentro ma anche sereno con tutti. Torni l'Alex di prima, quello che andava a prepararsi in Val Senales ed era un grande campione.
Da aggiungere che altri atleti squalificati durante lo stop hanno evitato di pubblicizzare i loro allenamenti-test come sta facendo (Tagliacozzo e Roma) lui. Sarebbe il caso di rimanere un po’ di più nel silenzio, preparandosi mica nell’ombra, mica di notte, ma senza volere ad ogni costo mostrarsi forte e ricevere gli applausi della gente.
Forte lo era e forte lo è. E non gli serviva l'Epo per essere il migliore. Ha solo sbagliato essendo stato troppo solo.
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