Doping, ridotta a due anni la squalifica della Russia. Ma è fuori da Tokyo 2021 e Pechino 2022

Doping, ridotta a due anni la squalifica della Russia: esclusa da Tokyo 2021 e Pechino 2022
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 17:55

Il Tribunale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna ha dimezzato la squalifica della Russia in merito allo scandalo doping: lo stop viene ridotto da 4 a 2 anni, estromettendola dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 (rinviati al 2021 a causa del coronavirus) e i Giochi invernali di Pechino 2022, lasciando però agli atleti russi mai sanzionati per doping l'opportunità di partecipare alle competizioni sotto la bandiera neutra.

Il Collegio ha squalificato la Russia per «due anni», contro i quattro che aveva comminato la Wada il 9 dicembre 2019 e ha «emesso una serie di sanzioni che entrano in vigore il 17 dicembre 2020 per un periodo di due anni, vale a dire fino al 16 dicembre 2022».

Oltre a Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo 2021 e quelle invernali di Pechino 2022, la Russia non potrà partecipare con la sua bandiera a qualsiasi campionato del mondo organizzato o sanzionato da un firmatario Wada e meno che gli atleti russi non si presentino come "neutri", quindi senza la bandiera della Federazione Russa e senza che venga suonato l'inno nazionale russo. «Affinché la Rusada (Russian Anti-Doping Agency) venga reintegrata deve rispettare e osservare integralmente durante il biennio tutte le indicazioni e pagare i contributi previsti».

La Russia è ritenuta colpevole di aver manomesso e poi nascosto i dati e le prove del "doping di Stato" nel laboratorio di Mosca.  Grigory Rodchenkov, ex direttore del laboratorio costretto a dimettersi e a rifugiarsi negli Stati Uniti, ha confessato nella primavera del 2016 di aver orchestrato per anni l'insabbiamento del doping, descrivendo nel dettaglio il sistema messo in atto ai Giochi Olimpici di Sochi del 2014 per fuorviare gli osservatori della Wada.

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