Rugby, missione compiuta
con le Fiji ma che fatica: 37-31

Il mediano di mischia Gori
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 16 Novembre 2013, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 11:54
Pi surreale che sofferta o viceversa, fate voi, di certo brutta e noiosa, ma finalmente, dopo quattro battute a vuoto, la partita termina una vittoria degli azzurri. Il successo di Cremona cancella insomma tutte le bestialità che Parisse & C. hanno commesso nel tantativo, ahinoi, riuscitissimo, di tenere vivi i fijiani fino alla fine. Si è chiuso sul 37-31 (4 mete per noi e 5 per loro!), ma che fatica, che frustrazione quando gli isolani del pacifico riuscivano a segnare con ogni attacco. L'Italia aveva un superbo predominio nelle mischie e nello touche, ma poi l'enorme possesso un po' alla volta si deteriorava fruttando ben pochi punti se non addirittura quei contrattacchi proverbilai dei fijiani che ci castigavano.



Ma non era mica una sorpresa. Quello che però non si è capito è perché l'Italia non ha giocato come aveva detto e ridetto, come era stato scritto e riscritto: c'era da stare coperti, manovrare solo a ridosso del pack e costringere gli avversari a scornarsi con ciò che temono di più, il gioco degli avanti. E infatti i conti sono subito tornati a cominciare dal 20' (sul 3-5 per i fijiani che al 6' avevano già marcato con un pallone di recupero): gli azzurri fin lì incredibilmente immaturi hanno ricordato il piano di gioco stabilito, hanno nascosto il pallone nelle maul e nelle ruck e uno dopo l'altro sono stati espulsi quattro (diconsi quattro) fijiani: un'epidemia di cartellini gialli senza precedenti a questi livelli.



Incapaci di fronteggiare gli arieti azzurri, gli isolani commettevano un fallo dopo l'altro, con placcaggi al limite e spesso oltre il regolamento (uno di questi ha causato l'uscita del 22enne Morisi al quale è stata asportata la milza in serata) e l'arbitro gallese Hodges non ha giustamente avuto pietà.



SUPERIORITA' NUMERICA

Poi è chiaro che quando giochi in 15 contro 11 diverta un filino più facile segnare qualche meta. E allora ecco in tuffo Parisse, poi MacLean per chiudere il primo tempo sul 20-5. E ancora, nella ripresa, la meta tecnica perché la mischia fijiana o ciò che ne restava crollava a ripetizone e quindi la marcatura del “nostro” fijiano, il principe Vasawai servito da una magia di Parisse (ecco il lampo da conservare nel cuore per mandare giù il resto). Insomma, al 68' partita terminata, con l'Italia saldamente in sella sul 37-17. Ma dove? Ma quando? In 12 minuti i fijiani ci hanno fatto saltare le coronarie segnando due mete sotto i pali e portandosi sul 37-31: bastava un'altra di quelle loro marcature per gettare tutto alle ortiche. E in più toccava al capitano Parisse uscire per un giallo (ostruzione).



Meno male che Zanni (uomo del match, al 55° match consecutivo che è davvero da Superman) e Furno macinavano un paio di possessi altrui e permettavano al ct Brunel e al gruppo azzurro di preparare in serenità (allegria sarebbe troppo) il prossimo match di sabato all'Olimpico a Roma contro l'Argentina. Che è più forte delle Fiji, ma gioca tutto un altro rugby: il che non è necessariamente negativo per l'Italia.



Intanto ieri buon debutto di Michele Campagnaro fra i trequarti, mentre i pochi minuti concessi all'apertura Allan nel finale non sono serviti per tracciare nuovi giudizi. Logico infine che una partita così carica d'ansia abbia mandato in secondo piano i 100 caps conquistati da Parisse e Castrogiovanni che meritano comunque un applauso. Infine infine: andrà rivisto il potere dell'arbitro alla moviola che deresponsabilizza il collega il campo facendo perdere un sacco di tempo anche quando non ce n'è alcun bisogno.



Marcatori.

Italia: 4 m. 29' Parisse 33' McLean 57' tecnica 68' Vosawai; 3 c.p. 3' 25' 47'; 3 tr. Orquera, 1 tr. Allan

Fiji: 5 m. 6' Talebulamaijaina, 48' e 75' Nagusa 60' Nadolo, 71' Nalaga; 3. tr. Bai



Gialli: 20' Qera, 24' Tikoirotuma, 25' Matadigo, 28' Nasiganyiavi; 67' Koiamaibole; 74' Parisse
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