Roma impazzisce per il paddle
ma non chiamatelo soltanto “moda”

Roma impazzisce per il paddle ma non chiamatelo soltanto “moda”
di Carlo Santi
4 Minuti di Lettura
Lunedì 17 Marzo 2014, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 11:49

Tutti pazzi per il paddle, il gioco che attira, rapido e coinvolgente, un mix di squash, racquetball e tennis. La regola è non fermarsi mai: ritmo, ritmo e ancora ritmo insieme al divertimento ma anche alle gambe, ai riflessi e alla grinta. Un partner per giocare visto che ci si sfida in quattro, due per parte, un muro per amico perché anche le pareti di fondocampo, in cristallo, fanno parte del campo, che è più piccolo del rettangolo del tennis, venti metri per dieci, mentre uguale è il conto dei punti. La pallina, che è quella del tennis (ma se ne utilizzano anche di più leggere), viene colpita dalla racchetta che, invece, è diversa: più piccola, non incordata e a piatto pieno con forellini. Si gioca anche di sponda, il paddle, visto che la pallina può essere colpita dopo che ha toccato il vetro di fondocampo e anche i due piccoli laterali ma non la recinzione metallica. Un compagno in più, quindi, in grado di non fare morire mai la partita. Il paddle è sport amato da tutti, dai tennisti che si divertono, da calciatori come Francesco Totti che spesso, il lunedì mattina, scappa alla Canottieri Roma per giocare. A Bologna, invece, appena può andare, un affezionato giocatore è Roberto Mancini.

SPORT E NON MODA

A Roma il paddle sta diventando qualcosa di più di una moda. «È una malattia - dice Vincenzo Santopadre, ex giocatore di Davis adesso responsabile della sezione tennis dell’Aniene - È divertente, vi consiglio di provare: non vi staccherete più». Sul campo dell’Aniene, sempre affollato, Santopadre e il maestro Alberto Lommi, ex tennista, hanno sfidato Gustavo Spector, argentino da tanti anni in Italia che è probabilmente il miglior giocatore al mondo di paddle, e Roberto Agnini perdendo 6-1 6-2. La Federtennis del presidente Angelo Binaghi ha intuito le potenzialità del paddle e ha chiamato Gianfranco Nirdaci nel ruolo di coordinatore nazionale del settore (il paddle è riconosciuto dal Coni dal 2008), incarico che gli è stato affidato lo scorso gennaio. «Il paddle è nato negli anni Settanta in Messico - racconta Nirdaci - è diventato famoso subito dopo in Spagna, quindi in Argentina e Brasile ed è arrivato da noi». Non c’è nulla di esclusivo nel paddle e campi ce ne sono già diversi. «La semplicità dell’attrezzatura - continua Nirdaci - e i bassi costi di realizzazione dei campi rendono il paddle uno sport alla portata di tutti». Popolare in poco tempo, il paddle è nato alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti ma è nel 1969 che è arrivata l’esplosione. In Messico, Enrique Corcuera lo ha riscoperto e riadattato poiché per il campo che si stava facendo costruire nella sua villa non aveva tanto spazio. Allora, il signor Corcuera ha pensato di rivedere le regole e considerare i muri, quelli di fondocampo, parte del gioco. Dal Messico il paddle ha trovato popolarità in Argentina e in Spagna dove tra gli affezionati praticanti c’è Rafa Nadal.

Il primo germoglio in Italia c’è stato nel maggio del ’91, a Bologna quando, per il debutto su un campo realizzato in Fiera, si è svolto un torneo con Italia, Francia e Argentina.

IL BOOM DEI GIOCATORI

Un autentico boom, milioni di giocatori nel mondo, l’ipotesi per il paddle di entrare nella Federazione internazionale del tennis. Gli impianti stanno crescendo e l’estate prossima sarà la novità al mare, soprattutto sulla riviera adriatica dove lo spazio per costruire i campi non manca. Intanto, al Villaggio dei prossimi Internazionali del Foro Italico, come avvieve da quattro anni, ci sarà un campo di paddle per provare questo sport con la guida di maestri. C’è un Mondiale che si svolge dall’inizio degli anni Novanta, una Coppa delle Nazioni (dal 1997) con formula mutuata dalla Coppa Davis, un European Paddle Tour, e il tutto per uomini e donne. A Roma si può giocare in molti circoli, dal Due Ponti all’Aniene, dalla Canottieri Roma al Paddle Tennis Club al Flaminia Paddle Center. Lo amano in tanti - nel mondo i tesserati sono quasi 7 milioni, i praticanti molti di più - e con i citati Totti, Mancini, Nadal ci sono Gabriela Sabatini, Maradona, Batistuta, Aranxta Sanchez, Hugo Sconochini e personaggi come Julio Iglesias e il Principe Alberto di Monaco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA