Malagò: «La chiusura delle Curve? E' una sconfitta, ma noi siamo le vittime. Era a rischio l'inagibilità dell'Olimpico»

Malagò: «La chiusura delle Curve? E' una sconfitta, ma noi siamo le vittime. Era a rischio l'inagibilità dell'Olimpico»
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Venerdì 17 Luglio 2015, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 18:37
«Le barriere nelle curve dello stadio Olimpico? È chiaro che ci dispiace, è una sconfitta. È innegabile. E per certi versi il Coni è solo vittima di questa vicenda». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commenta così la decisione del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, di far disporre, in occasione delle partite casalinghe di Roma e Lazio, una barriera di divisione nelle due curve. «Devo parlare da presidente del Coni - aggiunge -: devo assolutamente far rispettare chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico. Altrimenti qui si va in fuorigioco. È evidente che, anche da proprietario dello stadio, avrei preferito evitare questa situazione. Ma al momento esatto che questa richiesta, per non dire imposizione, è ritenuta indispensabile da parte chi ha quella responsabilità io non posso che adeguarmi e accettare».

Delle barriere che saranno rimovibili in occasione degli altri appuntamenti sportivi. «Parliamo di una situazione che deve essere considerata mobile - spiega Malagò - perchè c'è il rugby con il Sei Nazioni o ci può essere un concerto o anche le gare internazionali di calcio. È una di quelle cose che dobbiamo accettare: l'alternativa è non avere l'agibilità per per le partite di Roma e Lazio». I costi della realizzazione sono a carico dei club «al 100%». «Ci sono stati degli incontri portati avanti con la Coni Servizi - rivela il capo dello sport italiano -, con Lotito e Baldissoni e siamo stati molto chiari. Noi gestiamo una cosa pubblica, quelle invece sono società private
peraltro quotate in borsa».

OLIMPIADE
«Ho parlato con le persone delle delegazione. A prescindere da quello che si è letto hanno veramente fatto tutti i complimenti. C'era entusiasmo, c'era positività. Una delegazione di primissimo livello. Io e Montezemolo volutamente non siamo andati proprio per dare un connotato a questa delegazione». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, giudica l'incontro con il Cio, svoltosi ieri a Losanna, sulla candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. «C'era il segretario generale Fabbricini, c'era Claudia Bugno, per il governo il sottosegretario De Vincenti e ovviamente il sindaco Marino - ricorda il capo dello sport italiano -. È stato molto positivo che abbia voluto dare la sua testimonianza. Tutto questo è importante e aiuta, però, lo dico con molta franchezza: non sottovaluto nessuna avversaria e onestamente mi aspetto che le nostre rivali quando vanno lì avranno un giudizio più o meno sempre positivo».


Sul dossier da scrivere, invece: «Ho visto quelli delle candidate alle altre edizioni dei Giochi. Difficilmente il dossier fa prendere un voto però rischia di fartelo perdere. Ecco perchè uno deve fare il proprio dovere poi sono fondamentali i rapporti personali».

«Questo è un dato di fatto - conclude - anche perchè poi se andate a vedere alcuni membri del Cio dopo la votazione ti dicono: ha vinto quella città però il dossier migliore era un altro».
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