Lochte, mentre si trovava a Rio per gli ultimi Giochi olimpici, aveva raccontato di essere stato aggredito di notte in una stazione di servizio da alcuni sconosciuti che gli avevano puntato la pistola chiedendogli denaro. Un racconto ripetuto più volte anche davanti alle telecamere delle emittenti americane. Ben presto però la polizia brasiliana ha scoperto - anche grazie all'aiuto delle immagini delle telecamere a circuito chiuso - che la storia era stata inventata per coprire alcuni danni che Lochte e i suoi compagni Gunnar Bentz, Jack Conger e Jimmy Feigen avevano provocato in un bagno della stazione di servizio, con l'intervento di alcune guardie della sicurezza. Il comitato olimpico Usa era stato quindi costretto, di fronte alla rabbia e all'indignazione delle autorità brasiliane, a chiedere scusa per l'episodio.
Il comitato olimpico statunitense ha confermato la squalifica di 10 mesi per il nuotatore, che dovrà anche pagare 100 mila dollari di multa.
Sospensione di quattro mesi per gli altri nuotatori americani coinvolti nei fatti di Rio: Gunnar, Bentz e Feigen.
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