Gianni Petrucci: «Sto con il Coni
giusti i tagli alla Federcalcio»

Gianni Petrucci: «Sto con il Coni giusti i tagli alla Federcalcio»
di Carlo Santi
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Lunedì 3 Novembre 2014, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 09:58
Presidente Petrucci, il mondo del calcio protesta per il taglio dei contributi deciso dal Coni. Qual è la sua posizione su questa vicenda?

«Condivido la linea del presidente del Coni, Malagò. In Italia la monocultura calcistica sta cambiando».

Con lei presidente del Coni, però, le attenzioni economiche per la Federcalcio erano altre.

«Tempi diversi e oggi ho una giacca diversa e da presidente del basket dico che noi e il calcio, ma non solo, abbiamo gli stessi problemi».

Gianni Petrucci numero uno del Foro Italico concedeva anche 80 milioni alla Figc. Erano altri tempi, vero?

«È cambiato il sistema. Con me il calcio godeva di un’altra situazione: il governo allora Berlusconi poneva la condizione di concedere alla Figc una percentuale fissa sul finanziamento».

A proposito di governo, si parla di una riforma dello sport e della legge quadro.

«Io non sono contrario a una legge sullo sport, ma va detto che è anche molto pericolosa. Il motivo? Le leggi le fa il Parlamento e non il Coni. Io sono un fautore che in Consiglio nazionale non tutti i componenti possano avere lo stesso peso politico. In ogni caso mi batterei per i voti ponderati per le Federazioni».

Lei adesso elogia Malagò. Durante la campagna elettorale, nel 2013, era schierato con l’altro candidato, Pagnozzi. Un cambio di rotta?

«Il momento elettorale è alle spalle: sono passati due anni e riconosco la bontà del lavoro di Malagò».

La schedina del Totocalcio ha contribuito a mandare avanti lo sport italiano e questo la Federcalcio lo fa notare chiedendo una sorta di vitalizio sostenendo di essere il motore del movimento.

«Poteva esserlo quando c’era il Totocalcio, ma da tanto tempo tutto è cambiato, anche la contemporaneità delle partite. Ci sono leggi dello Stato sul finanziamento dello sport. In ogni caso io non sono uomo di rottura e sono disponibile a lavorare con altri presidenti per trovare una soluzione per la Figc».

Il calcio senza i 25 milioni del taglio sostiene di fare fatica con l’attività giovanile, in particolare con gli arbitri.

«Basta cambiare l’impostazione dei bilanci. Anche il basket ha le stesse necessità e le risolve autonomamente. Ricordo che il recente studio del Coni dimostra che il basket è la seconda federazione, dopo il calcio, per tesserati agonisti».

Si discute dei nuovi parametri. Quanto è giusto secondo lei considerare le vittorie?

«Intanto non è vero che tutto è legato ai risultati. Una percentuale importante è riferita agli agonisti: non basta avere tanti tesserati ma occorre che pratichino attività. E poi c’è anche il parametro della concorrenza internazionale. Un conto è una Federazione che compete con 215 nazioni rispetto a sport che sono più circoscritti».

Le scommesse hanno portato allo sport gli utili che ci si attendeva?

«Le scommesse non coprono tutti i soldi destinati al Coni e poi non dimentichiamo che si scommette anche sul calcio estero e sulla Nba».

Lei, come presidente della Federbasket, è soddisfatto dei contributi del Coni?

«Rispondo di sì anche se la mia Federazione potrebbe essere autonoma. E se la Fip può esserlo, non vedo perché non possa essere così anche per la Federcalcio».

I dirigenti del calcio hanno fatto capire, forse esagerando, che la Federazione potrebbe uscire dal Coni. Ipotesi, battuta o realtà?

«Impossibile. Tavecchio lo sa benissimo che non si può uscire dal Coni per molte ragioni legate alla legge dello Stato, al Cio e alla Fifa».

Lei ha avuto uno scontro dialettico con Lotito sulla Federcalcio. Non ritiene che il presidente della Lazio in seno alla Figc si spinga troppo avanti?

«Ho parlato con Lotito e ci siamo chiariti. Lui è una persona veramente preparata su questi temi. Mi dice che non voleva asserire di uscire dal Coni. E aggiungo: Lotito ha un vantaggio perché lavora a favore del calcio».

Pensa che dopo il 2015 qualcosa sui contributi del Coni anche alla Figc possa cambiare?

«Credo di sì, ma tutto questo è competenza del presidente del Coni».

Il basket ha da poco cominciato il campionato e Milano sembra la padrona.

«Sarà un campionato delle sorprese. Guardate Roma che ha cambiato tutto e diverte. Merito di Claudio Toti e di Luca Dalmonte che è il vice allenatore della nazionale».

A proposito di nazionale: Simone Pianigiani, il cittì, è coinvolto della questione dei soldi in nero avuti dalla Montepaschi.

«Sto seguendo con lui la situazione. Sono certo che quanto prima si chiarirà».

Campionato delle sorprese ma con pochi italiani. Questo è il suo cavallo di battaglia.

«Gli stranieri sono importanti ma non bisogna farne grande utilizzo. Sì, sono tanti e non mi sembra che aiutino molto le nostre squadre nelle coppe».

A che punto è la televisione del basket?

«Stiamo lavorando. Con Sky è aperta la trattativa per il canale. Partiremo presto e sta andando avanti la collaborazione con la Federtennis».

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