Il velodromo di Roubaix rappresenta il traguardo e la salvezza allo stesso tempo perché, anche se il tempo non minaccia pioggia e quindi fango, sicuramente i corridori arriveranno pieni di polvere mista a sudore. L'inferno del Nord è anche questo. Questa infatti è la scena che il mondo ha visto nel 1973 quando a trionfare per la terza volta è stato Eddy Merckx che ha tagliato il traguardo per primo, sporco come non mai e con segni sul corpo che sembravano frustate a causa della pioggia e del vento.
Si possono fare tanti pronostici sull'esito della corsa di domani ma il nome che sovrasta sugli altri è sempre lo stesso ormai: quello del campione svizzero Fabian Cancellara, lo specialista delle classiche di un giorno dove tutto si rischia in una manciata di ore, che in alcuni casi possono sembrare eterne.
Ha vinto già domenica scorsa, Fabian, al Giro delle Fiandre, mettendo a segno il suo terzo trionfo alla corsa belga ma questo campione che sulla carta è il più forte ora vuole stupire veramente nonostante il suo nome si già entrato nella storia. Cancellara vuole diventare una vera legenda vincendo la Parigi-Roubaix per la quarta volta dopo quelle del 2006, 2010 e 2013. I più vittoriosi al momento sono Roger De Vlaeminck e Tom Boonen con quattro titoli ognuno, ma vista la forma fisica e la forza d'animo dello svizzero, probabilmente sarà lui a trionfare nuovamente.
Per vincere bisognerà attraversare i 27 settori classificati per difficoltà con delle stelle come il Templeuve l'Epinette una vera brutalità con cinque punti e poi il Carrefour e la famosa foresta di Arenberg con quattro stelle di difficoltà.
Domani la sfida potrebbe essere tra Boonen e Cancellara, i due specialisti dell'era moderna, simili anche nelle caratteristiche fisiche anche se lo svizzero passista ha una marcia in più, oltre l'eleganza che lo contraddistingue, e la lucidità del cronomen. Lui cavalca la sua bici su sterrati come se fosse un biker e questo fa veramente la differenza.
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