Paralimpiadi, esclusi atleti russi e bielorussi: non potranno gareggiare neanche da neutrali. «Molte nazioni minacciavano ritiro»

Paralimpiadi, esclusi atleti russi e bielorussi: non potranno gareggiare neanche da neutrali. «Molte nazioni minacciavano ritiro»
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Giovedì 3 Marzo 2022, 10:48

Nessun atleta russo o bielorusso potrà partecipare alle Paralimpiadi invernali di Pechino, al via domani 4 marzo. La decisione è arrivata nella prima mattinata e esclude anche la scelta presa in un primo momento di farli gareggiare da «neutrali»: a deciderlo è stato il CdA del Comitato Internazionale Paralimpico, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

Andrew Parsons, presidente dell'IPC, ha così dichiarato: «Siamo fermamente convinti che sport e politica non debbano mescolarsi.

Tuttavia la guerra è arrivata a questi Giochi e dietro le quinte molti governi stanno avendo un'influenza sul nostro amato evento. L'IPC è un'organizzazione basata sui membri e siamo ricettivi alle loro opinioni: quando i nostri membri hanno eletto il Consiglio nel dicembre 2021, è stato per mantenere e sostenere i principi, i valori e le regole del Movimento Paralimpico. In quanto membri del Consiglio, questa è una responsabilità e un dovere che prendiamo molto sul serio».

«Nel prendere la nostra decisione di ieri - aggiunge - stiamo guardando alla salute e alla sopravvivenza a lungo termine del Movimento Paralimpico. Siamo fieramente orgogliosi dei principi e dei valori che lo hanno reso quello che è oggi. Tuttavia, ciò che è chiaro è che la situazione in rapida escalation ci ha messo in una posizione unica così vicino all'inizio dei Giochi. Ieri abbiamo detto che avremmo continuato ad ascoltare, ed è quello che stiamo facendo: nelle ultime 12 ore un numero considerevole di membri è stato in contatto con noi ed è stato molto chiaro. Ci hanno detto che se non avessimo riconsiderato la nostra decisione, era probabile che ci sarebbero state gravi conseguenze per i Giochi Paralimpici Invernali di Pechino 2022. Numerosi NPC, alcuni dei quali sono stati contattati dai loro governi, squadre e atleti, stanno minacciando di non competere».

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