Europei Budapest 2021, sette medaglie per gli azzurri. Paltrinieri argento nei 1500

Europei Budapest 2021, sette medaglie per gli azzurri. Paltrinieri argento nei 1500
di Piero Mei
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Mercoledì 19 Maggio 2021, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 22:30

Piovono medaglie sull’Italia del nuoto: ogni finale con presenza azzurra ne porta una e talvolta due; non c’è l’oro ma quattro sono d’argento e tre di bronzo agli Europei di Budapest. Il bottino è sensazionale.

GREG TORNA SUBITO - L’orgoglio si chiama Greg. Paltrinieri rinasce dall’acqua, supera la botta di stanchezza che lo aveva incatenato al ritmo lento della batteria di ieri sui 1500 che lo aveva confinato nell’insolita (per lui) posizione di partenza, la defilata corsia 1. Nella sua naturale, la 4, era Mikhail Romanchuck, anni fa, al tempo della “carbonara” che l’ucraino divorava ad Ostia, suo compagno di allenamento. Greg ha voluto subito dire a se stesso e agli altri che oggi è un altro giorno. Così ai primi cento, dove ieri aveva virato da ottavo, virò per primo.

DUELLO - Duello di bracciate e di sguardi fra Paltrinieri e Romanchuck lungo tutto il percorso: nella vasca d’andata era Greg che vedeva Mikhail e recuperava centesimi, viceversa nel ritorno e di nuovo un piccolo break a sfavore dell’azzurro. Alla fine Romanchuck, nuotata all’apparenza più fluida e potente, riusciva a prendere il sopravvento su Greg che comunque nuotava in 14:42.91, mentre Mikhail dal rush forzuto lo faceva in 14:39.89. Il che vuol dire che, spogliato di muta e scorie e ritrovato se stesso, in un giorno Greg s’era tolto di dosso più di 35 secondi, tanti quanti ha registrato meno della batteria.


“RACCATTIAMO” - Sul podio europeo è bello stare: “E’ dal 2012 chew ci vado, ed è sempre bello” dice Paltrinieri che dal Lupa Lake, gare di fondo, era risalito tre volte sul podio dell’Everest, quello dell’oro. “Adesso vediamo: ci sono ancora gli 800 ed ho un giorno in più, domani, per riposare e raccattare tutto quello che ho”. Dice che Greg che voleva partire forte e “dare uno scossone”: a se stesso, alla gara, agli avversari, alla fatica. L’ha data.

MIMMO SULLA LUNA - “Mi avessero detto che avrei preso una medaglia in un campionato europeo, non ci avrei creduto mai. Invece sono qui e l’ho presa!” dice Mimmo Acerenza che ha chiuso i suoi 1500 al terzo posto, 14:54.36. “Sono felicissimo: vuol dire che il percorso è giusto, che tutto il lavoro che sto facendo paga; ringrazio Fabrizio Antonelli, il mio allenatore che mi ha sempre rincuorato quando andava male e il mio mental coach, Spadaro”. “Quando ho avvicinato il francese mi sono detto ‘ci sono, lo devo battere’”. E lo ha battuto.

ALESSANDRO MAGNO - In tre giorni questa progressione: 47.92 nella prima frazione di staffetta veloce, 47.74 in batteria dei 100 stile, 47.53 in semifinale, 47.45, ancora record italiano, nella finale di oggi.

E medaglia d’argento nella gara più bella per Alessandro Miressi, un igante in ogni senso visto che è alto 2,02 metri. Davanti a lui ha toccato, 47.37, soltanto un missile, il russo Kliment Kolesnikov, che dieci minuti dopo, impegnato nei 100 dorso, avrebbe pagato l’immane fatica cui l’aveva costretto il ragazzo torinese (21 anni) finendo sedicesimo su sedici.


“SONO VICINO” - “Guarderò la gara e vedrò dove ho sbagliato” dice Miressi. Ma dove ha sbagliato? Lo sa solo lui, ricercatore della perfezione, sportivo nato (all’americana: papà da baseball, madre da softball anche in nazionale e lui da basket, ci gioca con gli amici e tifa per i Clippers, Nba). “Dopo gli Assoluti sì, cerco la perfezione, verso le Olimpiadi; e ora, rispetto a quando vinsi nel 2018, so che sono vicino a loro. Il russo oggi è stato più bravo. I miei Europei non finiscono qui: staffetta e 50. Ci ho provato e ci provo cn tutto me stesso”.

RANE PREZIOSE - Sul podio in due anche le ragazze della rana: Arianna Castiglioni, che se andasse alle Olimpiadi lo farebbe per le staffette (e perché no?) persa la sfida alla promozione olimpica contro Pilato e Cararo agli Assoluti, qui arriva avanti alla Carraro in finale, argento e bronzo rispettivamente, mentre la Pilato, che medita “vendetta” nei 50, perse il derby azzurro per i due posti in batteria. !.06.13 per Arianna, 1:06.21 per Martina che ammette “un po’ rosico, ma prendo sempre il buono che c’è e il buono è una medaglia, la mia prima in vasca lunga. Arianna che spera in Tokyo di straforo (ma legale e legittimo) dice dopo l’occupazione dei posti dalle rivali lei vuol prendere tutto quello che può. Ha potuto l’argento, alle spalle della Hansson, “va forte la svedesina” dice la Carraro.

DELFINO D’ARGENTO - Federico Burdisso nei 200 guadagna anche lui l’argento nel giorno prezioso d’Italia. Nulla può contro l’ungherese imprendibile Milak che fa la seconda prestazione mondiale di sempre e che sublima la bellezza magiara del nuoto. 1_51.10 per il delfino d’oggidì, 1:54.28 per l’azzurro che s’intromette nella sinfonia di casa con terzo Kenderesi, medaglia olimpica a Rio, per dirlo a Burdisso.


IL SETTIMO SIGILLO - Con Stefano Ballo, Matteo Ciampi, Marco De Tullio e Stefano Di Cola arriva la settima medaglia dell’Italian Day. E’ di bronzo, nella 4x200 stile libero, la gara “termometro” di come sta il nuoto in un Paese. Sono davanti all’Italia solo la Grande Madre Russia e la grande Gran Bretagna; pronostico rispettato e sul tema dei cambi siamo messi bene, non dimenticando Detti e Megli.

CON FEDE IN FINALE - Terzo tempo con finale da controllore per la Pellegrini nei “suoi” 200 che Capitan Federica chiude in 1:57.47, dietro alla ceca Seemanova ed alla francese Bonnet: “E’ quel che volevo, scendere di un secondo rispetto alla mattina; ma non mi si chieda di essere al topo qui” butta le mani avanti la Pellegrini, che proprio qui, alla Duna Arena, in un indimenticabile mondiale le buttò avanti alla stratosferica Ledecky prendendosi il terzo dei suoi quattro ori continentali. “Pago un po’ la fatica, ma ci salverà, forse, la mattinata di riposo di domattina.

IL PASSO AVANTI - Dalle semifinali avanzano in finale bravi azzurri: nei 100 dorso Thomas Ceccon (Sabbioni no, ma si lascia la battuta: “Una cosa positiva c’è: ho lasciato dietro Kolesnikov”), il migliore è il greco Christou al quale genitori poco fantasiosi hanno dato il nome di Apostolos; nei 200 misti tra i maschi Alberto Razzetti, che domani vuol limare il suo record, ha il secondo temo preceduto da un teenager ungherese, Hubert Kos, diciott’anni, nome da segnare nella grande tradizione magiara dei quattro stili; nei 200 farfalla donne avanti la Cusinato.nell’omologa gara femminile

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