Ci sono voluti settantasei anni, ma alla fine la giustizia ha trionfato: la FIN ha assegnato alla Lazio il campionato di pallanuoto del 1945. I biancocelesti non erano mai stati riconosciuti campioni d'Italia, pur avendo concluso il torneo al primo posto, per colpa di un contenzioso con la Rari Nantes Napoli, che aveva fatto ricorso per una partita contro i capitolini. Era appena finita la Seconda guerra mondiale, e in quel clima febbrile si preferì annullare il campionato, piuttosto che fare chiarezza; ora per i biancocelesti (che un mese fa hanno anche riacquisito la piscina della Garbatella dopo due anni) arriva un'altra splendida notizia. Il presidente Massimo Moroli esulta: «Lo Scudetto del 45 lo consideravo già nostro. Brava la Federnuoto che è andata a vedere la documentazione originaria».
GHIRA E OGNIO, DUE FENOMENI
Quella Lazio era «una squadra bellissima, arricchita da due fuoriclasse, Aldo Ghira e Geminio Ognio».
BACCINI E I DUE SCUDETTI
Ghira e Ognio erano le due stelle, ma un apporto fondamentale venne da uomini come Sergio Catalani, Gaudio Tamagnini e il giovane Franco Baccini, che all'epoca aveva 19 anni ed è stato l'unico ad aver vinto anche il secondo scudetto della storia laziale, nel 1956, allenato da Camillo De Giovanni, che nel '45 era in vasca proprio con quella calottina. «Franco era un ottimo atleta e una persona squisita» afferma patron Moroli, che da ragazzo fu allenato proprio da Baccini. Gianni Ognio è invece il figlio di Geminio, e ora che il tricolore 1945 è ufficiale, è commosso: «Ringrazio Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva Lazio, per la sua tenacia». Il padre di Gianni venne a Roma dalla Liguria, e quella biancoceleste «divenne la sua, anzi la nostra fede». All'epoca, non veder assegnato lo scudetto per Geminio fu un cruccio: «Ma si è rifatto vincendo l'oro alle Olimpiadi. Se adesso fosse vivo, direbbe che è stata fatta giustizia».