L’ALLENATORE
L’allenatore della Roma, Roberto Gatto, nella Roma giocò nella stagione del ‘99, quando i giallorossi (dei quali questa Roma ha nome e lupa ma non è nel giro di Trigoria mentre la Lazio appartiene alla “più grande sportiva d’Europa”, dicono loro) vinsero il secondo scudetto della loro storia. Alcuni dei protagonisti dell’oggi neppure erano nati. Ovviamente nessuno di quelli della Lazio, che il suo solo tricolore lo vinse nel ‘56. Ne reclama un altro, quello del ‘45, che non le è riconosciuto per via della guerra: la solita storia biancoceleste. L’anima della lazialità appartiene, fra gli altri, al capitano Federico Colosimo, di fede “irriducibile”, buon per lui; quella della romanità (o si dirà “romanistità”?) potrebbe essere rappresentata da Matteo Spione, millennial del ‘99, già nel giro azzurro, figliol prodigo che la scorsa stagione contribuì, da “infiltrato”, alla salvezza della Lazio anziché alla promozione della Roma. Salvezza: ecco la parola. In fondo è questo l’obiettivo delle due squadre romane, “magari evitando i playout”, Sì, il Recco è un’altra cosa, ma il derby della Capitale è un’altra musica.
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