Olimpiadi Sochi, il ruggito di Ban Ki Moon: «Il mondo si sollevi contro gli attacchi ai gay»

Ban Ki-moon
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Giovedì 6 Febbraio 2014, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 10:57
Mentre la fiamma Olimpica fa il suo arrivo a Sochi, alla vigilia dell'apertura delle Olimpiadi, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon esorta il mondo a sollevarsi contro gli attacchi a lesbiche e gay.



Il discorso di Ban. «Molti atleti professionisti eterosessuali e gay sono contro i pregiudizi. Noi dobbiamo alzare la nostra voce contro gli attacchi a lesbiche, gay, bisessuali, transgender - ha detto Ban - Ci dobbiamo opporre agli arresti, alle incarcerazioni, alle restrizioni discriminatorie».



L'arrivo della fiamma olimpica. La fiamma olimpica è arrivata oggi alla stazione di Sochi e sfilerà attraverso il distretto centrale della capitale olimpica. Tra i tedofori anche Ban Ki-Moon, e il presidente del Cio, Thomas Bach. La torcia sarà portata, inoltre, dalla 'zarina dell'asta', Ielena Isinbaieva, sindaco del villaggio olimpico costiero.



Una sfilata riservata solo agli atleti e ai tecnici. È la novità con cui l'italia si presenterà domani alla cerimonia inaugurale dei giochi: spazio ai protagonisti su piste e ghiaccio, così come ha voluto il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Gli atleti sono 113 e ci consentono 6 officials: alcuni atleti stanno in montagna e non vengono, quindi potremmo aumentare il numero degli accompagnatori: ma le Olimpiadi sono degli atleti, loro i protagonisti: quindi ci saranno gli azzurri, il capo missione (Carlo Mornati), segretario generale e i due medici», ha detto Malagò. Gli atleti sono una sessantina, l'Italia sfila al 32/o posto dopo Spagna e prima di Kazakhstan (si segue l'alfabeto cirillico).



L'appello dei 20 scrittori. Intanto 200 fra i maggiori scrittori internazionali hanno scritto un appello dalle pagine del britannico Guardian al presidente russo, Vladimir Putin, condannando la legge contro la propaganda omosessuale e le due contro la blasfemia introdotte in Russia. Fra i firmatari ci sono Gunter Grass, Salman Rushdie, Margaret Atwood, Paul Auster, e Jonathan Franzen. «Queste tre leggi mettono a repentaglio gli scrittori - si legge nell'appello -, non possiamo restare fermi mentre colleghi autori e giornalisti sono costretti al silenzio o rischiano la persecuzione e spesso punizioni drastiche per il mero atto di comunicare i loro pensieri». Fra gli autori italiani che hanno sottoscritto la lettera, lo scrittore e poeta Antonio Della Rocca.
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