Olimpiadi, gli Usa fanno pace con Smith e Carlos a 49 anni dalla protesta in Messico: i simboli dei neri d'America nell'Hall Fame

Olimpiadi, gli Usa fanno pace con Smith e Carlos a 49 anni dalla protesta in Messico: i simboli dei neri d'America nell'Hall Fame
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Lunedì 23 Settembre 2019, 17:36
Finalmente la svolta, attesa a lungo soprattutto dai protagonisti. Per anni sono stati tenuti ai margini, ma ora il mondo dello sport americano fa definitivamente pace con Tommie Smith e John Carlos. La loro immagine con i pugni avvolti in guanto nero, simbolo del Black Power, alzati sul podio della gara dei 200 metri dell'Olimpiade di Città del Messico 1968 è diventata una delle più famose del Novecento, simbolo di un decennio di proteste per i diritti civili degli afroamericani, e ovviamente è rimasta nella storia dei Giochi. Per quel gesto i due vennero espulsi dal villaggio olimpico e poi rispediti a casa, per aver dato vita a una manifestazione politica durante i Giochi. Al rientro in patria si presero molte critiche e ricevettero minacce e intimidazioni, venendo spiati perfino dal Fbi nonostante fossero diventati, o forse proprio per questo, dei simboli per molti neri d'America. Solo nei decenni successivi si comprese la reale portata del loro gesto, e per questo Smith e Carlos nel corso degli anni sono stati insigniti di riconoscimenti vari. Nel 2005 nell'università di San Josè è stata eretta una statua che li ritrae nel gesto che fecero all'Olimpiade messicana.
Ma la pace definitiva arriva adesso, con l'annuncio che Tommie 'The Jet' Smith e John Carlos il prossimo 1 novembre saranno fra coloro che entreranno a far parte, con una cerimonia a Colorado Springs (sede dell'Usoc, il comitato olimpico Usa), della 'Hall of Famè dello sport olimpico statunitense. Coloro che, all'interno della federazione di atletica, hanno portato avanti questa 'battaglià gioiscono per questo «ritorno a casa», mentre chi si occupa della lista annuncia che diventeranno 'famers' insieme ai due eroi di Messico '68 la cestista Lisa Leslie, la nazionale femminile di hockey ghiaccio del 1998, il fuoriclasse dello short track Apolo Anton Ohn e la nuotatrice Dara Torres. Ma è chiaro che la ribalta sarà tutto per quei due sprinter che, con quel gesto di 51 anni fa diedero una spallata decisiva alla segregazione razziale, pochi mesi dopo che era stato ucciso Martin Luther King
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