La Pellegrini ora è un murale: «Emozionante, spero sia di stimolo per le nuove generazioni»

Federica Pellegrini davanti al murale che la ritrae
di Piero Valesio
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Venerdì 25 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Guardi il murale e un pensiero ti si affaccia alla mente. Un riferimento, qualcosa che hai già visto. Vanni Mangoni ha realizzato sulla facciata dell’Acquaniene un dipinto di diciassette metri per sei che ritrae Federica Pellegrini nell’atto di tuffarsi, all’epoca del primo record del mondo. Ma il volto di Federica non si vede. È lei ma si coglie la sua essenza, la purezza del suo gesto. E poi il pensiero si chiarisce: pure sui milioni di magliette che ritraggono la sospensione aerea più celebre della storia del basket il volto di Michael Jordan non si vede.

Ma lui è MJ lo stesso, anzi di più. Perché la sua essenza umana coincide con quel gesto, con quella azione. E quanti, fra i milioni di italiani che hanno riempito la loro giovinezza aprendo bustine delle figurine Panini, hanno scoperto dopo che quel calciatore quasi senza volto che eseguiva quella rovesciata così perfetta era in realtà un essere umano vero e si chiamava Carletto Parola? Quando c’è spirito divino il volto è superfluo.

Obiettivi

Appunto: “Dimensione Divina”, che è il titolo dell’opera. Divina come può essere una che affronterà la quinta Olimpiade, tra l’altro dopo averla attesa un anno. E la cui essenza (non c’è nemmeno l’acqua nel dipinto a distogliere l’attenzione da ciò che conta) resterà impressa davanti agli occhi dei passanti e non solo di loro finché a qualcuno non verrà in mente (per oscuri motivi) di cancellarlo, di farne una sorta di mosaico pompeiano nascosto sotto i sedimenti del tempo. Come si vive da simbolo, Federica? «Bene...ho accettato solo perché mi piaceva l’idea di essere un punto di riferimento per chi verrà dopo di me. Anzi di essere stimolo. Si possono raggiungere tutti gli obiettivi che si desiderano se ci si prova davvero. Io ne sono la prova: Giovanni (Malagò, ndr) mi ha aiutato a uscire da un periodo molto difficile della mia vita umana e sportiva. Anche per questo l’idea di diventare… un murales mi è piaciuta».

Si potranno anche raggiungere, questi obiettivi: ma poi arriva la mononucleosi a un mese dalle Olimpiadi e magari si resta con un pugno di mosche in mano. «Ho saputo di Paltrinieri.

Mi dispiace tantissimo anche se non so esattamente quali saranno le conseguenze: se potrà gareggiare o no e se sì con quali risultati. Lo abbracciamo forte».

Principesse

C’è la Divina ma ci sono anche le principesse Simona Quadarella, Benedetta Pilato (in tutto gli atleti targati Aniene già qualificati per Tokyo sono 19: dopo il Sette Colli che inizia oggi potrebbero diventare 22 stabilendo così il record assoluto. In più l’Aniene avrà anche due arbitri nel torneo di baseball, che al Circolo lavorano con compiti diversi da quelli agonistico-sportivi), Margherita Panziera e Elena Di Liddo più l’aspirante principe Nicolò Martinenghi, a scrutare il murale.

A fianco di quello che ritrae l’essenza della Pellegrini c’è molto spazio vuoto. Quadarella sorride: «Io paragonarmi a Federica? Non se ne parla neanche...Non l’ho mai fatto. Io sto lavorando per avvicinarmi il più possibile a ciò che lei è stata e a ciò che è ma prima di guadagnarmi un murales dovrà passarne di tempo. Se mi paragonano a qualcun altro a me sta bene; ma se quel qualcun altro è Federica, però». Hanno carattere le ragazze. Ma fortunatamente per loro sono ancora ragazze e l’Olimpiade che si avvicina non le spaventa: «Per me sarà la prima esperienza – dice Quadarella – e so già che tutto sarà una sorpresa. Ma che posso volere di più?». Magari diventare una sagoma senza volto dipinta su un murale che trasuda forza e gioia. Ma per questo c’è tempo.

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