Mondiali in vasca corta, la staffetta maschile vince l'oro. Domani è il giorno di Greg

Mondiali in vasca corta, la staffetta maschile vince l'oro. Domani è il giorno di Greg
di Piero Mei
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Domenica 19 Dicembre 2021, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 18:54

L’Italia s’accende subito d’oro ai mondiali di nuoto in vasca corta ad Abu Dhabi: la prima gara della quarta sessione è la staffetta della velocità maschile, la 4x50 dello stile libero. Ed arriva il terzo oro dell’evento, l’Italia non ne aveva vinti mai più di due. Verranno poi l’argento di Lorenzo Mora nei 50 dorso e il bronzo di Thomas Ceccon nei 100 misti. Adesso il totale è di 11 medaglie (3-4-4), una meno di Shanghai 2006, ma siccome è l’oro quel che luccica, Shanghai è già superato 3 a 2 e ci sono altri due giorni al cloro.

METTERE LE MANI AVANTI. «Finalmente torno a mettere la mano avanti», sorride Alessandro Miressi, il cui tocco della piastra ha spostato l’Olanda al secondo posto della staffetta superveloce, la 4x50 stile libero, vincendo la quale l’Italia ha completato il trittico d’oro nelle staffette dello stile libero: aveva vinto nella 4x100 e nella 4x200 a Shanghai 2006, ma questa mancava. Terza la Russia e giù dal podio gli habitués della premiazione, i nuotatori degli Stati Uniti.

I moschettieri che fecero l’impresa sono Leonardo Deplano, l’artista videodigitale Zazzart, cioè Lorenzo Zazzeri, Manuel Frigo e, per l’appunto, Alessandro Miressi. «Magari la medaglia la appendo all’albero di Natale e cantare sul podio è spettacolare» (manco un Maneskin sul palco), dice Deplano; «Non mi aspettavo di salire in cima al podio, io che non sono un velocista puro, ma sono stati bravi loro a colmare la differenza», modesto, dice Frigo; «È bello stare lassù e cantare l’inno di Mameli», dice Zazzart; «È una delle mie medaglie più belle e l’oro, il podio, l’inno non danno solo emozioni ma anche l’orgoglio di essere italiano». dice Miressi.

IL SEGRETO. Il segreto era nei tempi di reazione: gli italiani sono i più svegli. Lorenzo Zazzeri, secondo frazionista, dà il cambio a Deplano (21.37 il crono di Leonardo) in 0.16 e si tuffa in un “cinquantino” da 20.42, che è il più veloce di tutti i 32 concorrenti; il baffuto Manuel Frigo, terzo, nuota in 21.21, Alessandro Miressi nel cambio brucia pure il cronometro: 0.06 il suo tempo di reazione! Poi Miressi chiude in 20.61, che dà 1:23.61 per il totale d’oro dell’Italia.

BRIVIDO D’ARGENTO.

Lorenzo Mora conquista l’argento nei 50 dorso che vanno al solito russo Kolesnikov. Lo fa con il brivido della subacquea lunga, al confine del proibito. Tanto che la conferma arriva dopo il Var: «Di solito quando è così Mora lo si legge all’ultimo posto», sorride finalmente rinfrancato Lorenzo che sa di provocare i centimetri in quella fase di gara. «Cavolo, è figo, molto figo vice campione del mondo, suona proprio bene, ma ne parliamo dopo», dice subito dopo la gara. «Ne parliamo dopo la premiazione, perché ora direi troppe parolacce liberatorie». E poi, presa la medaglia, «quel che ho fatto lo capitò domattina appena sveglio e sul podio non sapevo cosa fare». Poi trova qualcosa da dire al suo allenatore Fabrizio Bastelli: «Se mi senti, buoni i 50, lasciamo un po’ stare i 200».

Il suo tempo è stato di 22.90, ex aequo a quello del tedesco Diener, 22.66 per l’imprendibile russo con catena al collo: nuota con quella, credente nella fede più che nell’aerodinamica, con croce ortodossa che gira sulla schiena.

L’altro azzurro in gara, Michele Lamberti, 22.94, si migliora rispetto alla batteria, ma non basta per andare oltre il quinto posto.

CECCON FA SESSANTA. La medaglia numero 60 dell’Italia nella storia dei mondiali in vasca corsa è di Thomas Ceccon nei 100 misti vinti da… Ma naturalmente da Kliment Kolesnikov, per il quale suonerà ancora sul podio il concerto di Tchaikovsky che sostituisce l’inno nazionale russo nel cerimoniale, giacché l’inno e la bandiera sono ufficialmente squalificati per il doping di stato e gli atleti puliti salvaguardati e ammessi come Federnuoto russo, ma con il logo federale e il concerto per pianoforte n°1 del celebre compositore del “Lago dei cigni”. 51.09 il tempo di Kolesnikov, 51.40 quello di Ceccon, tra i due il norvegese Hvas. “Un bronzo è sempre un bronzo e comunque ho fatto il personale” dice Ceccon. Marco Orsi è settimo: «Peccato, oggi il mio papà compiva 71 anni e volevo fargli un gran regalo, magari una medaglia. Pazienza; ci rifaremo l’anno prossimo».

PORTAEREI DI LEGNO. Ceccon si presenta sui blocchi per la terza volta: è il secondo della 4x200 stile libero, detta “la portaerei”, che in batteria si era qualificata con il miglior tempo, con Razzetti in apertura e in chiusura l’altro Lamberti, Matteo, il figlio più grande di Giorgio e Tania Vannini. In finale l’apertura è di Matteo Ciampi, poi Ceccon, Megli e Razzetti è passato alla chiusura.

Ne è venuto fuori un 6:51.48 che è record italiano ma dà solo il quarto posto ben alle spalle di Stati Uniti (6:47.00, sul filo del primato mondiale che è 6:46.86), Russia e Brasile. «'Sto legno», dice Megli con l’aria di chi è stufo del quarto posto che viene da anni. «Ma in vasca lunga ci troviamo meglio, e la prossima stagione faremo di più». «Ero lì e giacché c’ero ci ho provato», ha detto Razzetti, autore di una brillantissima frazione (1:41.33), individualmente la più veloce di tutti i 32 nuotanti, americani compresi.

«AMORE, NON CE L’HO FATTA». Martina Carraro, entrata in semifinale la mattina, non va in finale dei 100 rana il pomeriggio e lancia un messaggio via tv al fidanzato Fabio Scozzoli: «Amore, non ce l’ho fatta, un bacione». C'è rimasta male ma si dichiara stanca e poi il Covid del compagno (per questo assente ad Abu Dhabi) ha coinvolto anche lei in isolamento e varie restrizioni. «Mi rifarò l’anno prossimo».

Neppure in semifinale, invece, Arianna Castiglioni: il crono l’avrebbe promossa, ma il giudice di stile l’ha bocciata ancora una volta per una gambata malandrina a delfino nel finale: ha pianto, ma il filmato era inequivocabile e il direttore tecnico Cesare Butini lo ha visionato e glielo ha fatto vedere, per evitare guai futuri giacché per Arianna era la seconda squalifica in questo mondiale, le era già successo nei 50.

Niente finale nei 400 stile libero neppure per Simona Quadarella, decimo tempo di mattina. L’oro lo ha vinto poi la cinese Li Bingjie già vincitrice degli 800 mentre s’affaccia pericolosamente la quindicenne canadese McIntosh.

Ma il nuoto è senza età, come ha mostrato il 41enne brasiliano Nicholas Santos che si è qualificato per la finale dei 50 farfalla, alla quale parteciperà anche il fresco oro dei 100, l’azzurro Matteo Rivolta (era questo l’impegno di mezzo dei tre di oggi di Ceccon, dodicesimo).

CAMPIONI. Sono anche mondiali nei 50 farfalla Ranomi Kromowidjojo, olandese, nei 50 stile libero uomini Benjamin Proud (“God Save the Queen”), nei 100 misti l’israeliana Gorbenko. Gli azzurri in finale erano Silvia Di Pietro, settima in 25.26 («Podio impossibile, ma speravo di far meglio») tra le farfalle, Zazzart, 20.94 tra i Formula Uno del nuoto («Quarto mi brucia un po’, ma con quell’oro oggi è una giornata indimenticabile ed è bellissimo essere fra i più forti al mondo») e Costanza Cocconcelli nei 100 misti, 58.66, quinta («Non sono soddisfatta, ma sono ancora fiduciosa per i 200»).

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