Nuoto, Argento per Martinenghi nei 100 rana e per la 4×50 sl. Bronzo Miressi nei 100 sl. Razzetti fuori dal podio

Ai quattro azzurri sfuma l'oro per quattro centesimi. Il "Razzo" manca la medaglia nei 200 farfalla.

Nuoto, Argento per Martinenghi nei 100 rana e per la 4×50 sl. Bronzo Miressi nei 100 sl. Razzetti fuori dal podio
di Piero Mei
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Giovedì 15 Dicembre 2022, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 13:17

Terza giornata e tre medaglie per l’Italia ai mondiali di nuoto in vasca corta a Melbourne: due sono d’argento e l’argento, sì sa, ha un sapore se non amaro quanto meno amarognolo. Tanto più che Martinenghi nei 100 rana era sul blocco con il miglior tempo e che la staffetta 4x50 stile libero è stata avanti per 199 dei 200 metri fin quando non è arrivata la mano dell’australiano Kyle Chalmers. La terza medaglia italiana è quella di Alessandro Miressi nella gara regina dei 100 stile libero. Comunque nel conto delle medaglie siamo già al 7 bello: 2-4-1, oro, argento e bronzo che al tempo dei Re Magi a Melbourne sostituisce la mirra. L’Italia è terza nel medagliere, dopo Stati Uniti e Australia.

“Volevo mettere la mano avanti”

E’ la frase di Manuel Frigo, il quarto frazionista, che poi dice “Va bene, dài” che è la frase claim dei quattro azzurri che per quattro centesimi si sono visti sfilare l’oro dal collo all’ultimo metro di Kyle Chalmers. Alessandro Miressi aveva cominciato in 21.22, secondo all’americano; Leonardo Deplano. 20.59. aveva portato l’Italia avanti con una frazione seconda solo a quella stellare di Chalmers, 20,34; Thomas Ceccon teneva botta in 20.67, Manuel Frigo, più da 100 che non da 50, chiudeva in 21.00 netti, ma l’australiano re dei 100 strozzava in gola l’urlo d’Italia. 1:22.44 il tempo dei padroni di casa, 1:22.48 quello dei nostri “bravi ragazzi”. E poi il coro del "va bene, dài” e di quel che è: siamo una squadra fortissimi, fatta di gente fantastici, per dirla con Checco Zalone ai tempi di Germania 2006, calcio. Che sapore ha la medaglia? Dice Frigo: “Qui non posso dirlo”.

“Speravo meglio”

“Speravo meglio ma non avevo più di così; pensavo a un 55.8”. E invece Nicolò Martinenghi ha chiuso in 56.07, mentre il pensato 55.8 (88 per la precisione) lo ha stampato nei 100 rana l’americano Nic Fink che s’è preso l’oro. Il bronzo, 56.25, è stato di Adam Peaty che sta ripartendo verso Parigi 2024 dopo un disgraziatissimo 2022. “Ho cominciato guardando Adam, poi ho gareggiato con lui e ora l’ho pure battuto” scherza Martinenghi, cercando di nascondere il po’ di rammarico che c’è. Non era solo a credere nell’oro. “Rammarico? No. Certo si vuole sempre il meglio, ma avete visto che podio con Fink e Peaty? Certo, la stagione sarebbe finita magica con quest’oro dopo quello mondiale in lunga e quello europeo a Roma, ma rimane sempre un argento mondiale”.

Già. E rimane, per Simone Cerasuolo, la finale contro i mostri che il giovane azzurro chiude sesto in 56.99.

Un bronzo con il record 

Alessandro Miressi uguaglia, con 45.57, il suo record italiano che nel 2021 gli dette il titolo mondiale ad Abu Dhabi: il bronzo è suo. “Si punta sempre a vincere, ma non c’è nessun rammarico. Lo prendo di nuovo come un punto di partenza. Aveva questo e basta, e pensiamo alle gare future, la staffetta tra poco, i 50 e la staffetta mista dell’ultimo giorno: la abbiamo vinta ad Abu Dhabi, magari anche qui…”. E Chalmers il vincitore? “Lo aveva dichiarato: voglio vincere in casa e lo ha fatto”.

Il tataggio e l'amore

“Solo i forti sopravvivono” ha tatuato sul petto sormontato da un’aquila ad ali spalancate Kyle Chalmers; lo ha tatuato in tedesco, “nur die stocken uberleben” che è anche il titolo dell’ultima compilation di Bruce Springsteen, “Only the strong survive”, e anche Chalmers è un Boss a modo suo, in acqua e non in musica, con la quale anzi ha qualche “problema”, almeno con i musicisti. E’ stato infatti il nuotatore-suonatore Cody Simpson a portargli via l’amore, la nuotatrice Emma McKeon, in un triangolo che ha fatto la fortuna dei tabloid australiani, una specie di Pellegrini-Magnini-Marin degli antipodi. Chalmers ha vinto in 45.16, precedendo il francese Grousset, 45,41; poi Miressi con quarto il liberista del futuro, il rumeno David Popovici, al primato mondiale juniores con 45.64 e quinto, al suo personale e seconda prestazione italiana all time Thomas Ceccon, 45.72, mentre, partito a bomba, crollava nell’ultima vasca il miglior tempo d’accesso, il caimano Jordan Crooks. Quanto alla sullodata, la bellissima Emma, aveva vinto la gara prima, i 100 stile delle donne: trionfo australiano che sarebbe stato anche il trionfo dell’amore, non fosse stato per Cody Simpson…

Il Razzo deluso

Esce davvero il campione uscente: il nostro Alberto Razzetti è quarto nei 200 farfalla di cui era campione; “Speravo di fare 1:49” dice deluso per il crono finale di 1:50.12 che definisce “terribile”, anche perché il suo record italiano è di 1:49.06. Poi fa spallucce e gli auguri a nonna Marisa che ha compiuto gli anni ieri: storie di famiglia. Come quella del vincitore, il sudafricano Chad Le Clos che vince e piange: 1:48.07, record africano il suo. Esulta l’esuberante papà in tribuna, Chad a bordovasca manda cenni d’intesa: “Erano due anni che perdevo sempre, ma sono tornato, I came back” dice, l’ex ragazzo che sconfisse Phelps a Londra 2012 quando aveva vent’anni e ora ne ha trenta. Vicino a lui il bronzo Noè Ponti, che commenta: “Che fatica, ma non vorrei diventare io quello che perde sempre”. Deluso anche Matteo Ciampi: era entrato in finale nei 400 stile libero con il terzo tempo, si è peggiorato di più di un secondo nella finale vinta dall’americano Kieran Smith. “Non capisco come mai” dice Matteo. 

Avanti Mora

Lorenzo Mora, il ragazzo dall’argento facile (ne ha appena vinti due ieri), si regala un’altra chance: va in finale nei 50 dorso, con 22.90, il suo miglior tempo ufficiale, anche se ha l’ufficioso 22.59 della prima frazione della mista mista; è lo stesso tempo di Dylan Carter. Il miglior crono è dell’australiano Cooper, 22.52, che è anche primato mondiale junior: Cooper è del 2004.

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