Bronzo di Occhipinti nella 25 km

Bronzo di Occhipinti nella 25 km
di Piero Mei
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Venerdì 19 Luglio 2019, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 13:16
La quiete dopo la tempesta è una medaglia di bronzo che illumina dal cuore il volto di Alessio Occhipinti, ragazzo romano del quartiere Aurelio, 23 anni, che “nato in vasca” come dice lui, ha poi scoperto il fondo e se ne è innamorato.
AMORE DI FONDO
Si è innamorato anche di una nuotatrice di fondo, Ginevra Taddeucci, che dal profilo twitter invita con l’antica canzone “La porti un bacione a Firenze”. Alessio porterà una medaglia mondiale. “L’ho sognata da bambino, da sempre, anche se non pensavo che sarebbe venuta dal fondo”. Un’altra buona medaglia era appena venuta per lui, “ma non mi aspettavo né quella né questa” dalle Universiadi napoletane: un argento sui 1500 metri in vasca, a ulteriore dimostrazione della mutazione in corso con lo sconfinamento dei mezzofondisti che sempre più spesso si buttano in acque libere, o quasi.
LA TEMPESTA DI YEOSU
Oggi per la verità le acque di Yeosu, il porto sudcoreano dove si è svolto il fondo appena concluso con la 25 chilometri di uomini e donne, si sono liberate tutte le zone atmosferiche. Dal cielo, da dove è piovuto a raffica, dal mare, dove le onde si sono alzate rumorose e vertiginose, una pessima giornata. “Una bellissima giornata, il fondo è bello così” ha detto Simone Ruffini, l’azzurro che si è piazzato quarto. La tregua concessa dal clima ha avuto brevi momenti.
IL FINALE
Partivano in 24 maschi e 21 femmine, numeri esigui rispetto alla 10 chilometri che, gara olimpica com’è, è molto e ben frequentata (74 maschi, 54 ragazze); c’erano mutamenti nella testa della gara, ai singoli passaggi, ma i nostri due, Occhipinti e Ruffini, si tenevano sempre in quota, anche quando la tempesta aveva ragione di campioni che salivano a bordo delle zattere di recupero, cone il francese Olivier o l’unghereze Rasovskzy. C’era un bell’attacco dell’altro ungherese, Gyurta, ed erano gli azzurri ad andare a ricucire. Ruffini, poi, una volta a terra, un po’ se ne diceva pentito.
All’ultimo giro era Occhipinti a prendere la testa: “Avevo tenuto un ritmo controllato per metà gara, poi mi sentivo bene ed ho aumentato e quando ho preso la testa, ho pensato anche di tenerli a bada”.
DECIMI E CENTESIMI
Ma alla fine venivano fuori i più “smaliziati” come il francese Axel Reymond, vincitore in 4 ore, 51.06.5, cinque ore nella tempesta insomma. Il russo Kirill Belyaev lo seguiva ad appena tre centesimi: cioè, 25 chilometri, 5 ore e poi perdere di tre centesimi! Da rimuginarci su per tutta la vita. Alessio resisteva ed arrivava a3 decimi e 3 centesimi dal vincitore, senza rimpianti ovviamente, a 23 anni che ti vuoi rimpiangere con una vita davanti da nuotare?
LEGNO PREZIOSO
Simone Ruffini è quarto; il famoso legno poco pregiato per gli atleti che lo prendono e che è il “metallo” più amaro che c’è, la sostanza più amara che c’è perfino più del bitrex, il benzoato di denatonio riconosciuto come tale dal Guinness dei primati. Ma non per Simone, che dice: “Ho ripreso ad allenarmi ad aprile, dunque il quarto posto è ottimo; vuol dire che ci sono ancora, che posso essere ancora competitivo con i migliori”. Ruffini ha 31 anni, un titolo mondiale e begli amori alle spalle.
LE RAGAZZE
Arianna Bridi è settima, Barbara Pozzobon tredicesima. Fatica immane anche per le ragazze, che hanno visto il dominio, ed è il secondo oro qui, della brasiliana Ana Marcela Cunha che ha staccato di 8.6 secondi la tedesca Wurman. Curiosità statistica: nel primo giro le donne sono andate più veloci degli uomini. Non è forse la prima volta, non sarà certamente l’ultima.
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