Mariaclotilde Adosini, il fair play d'oro della 18enne campionessa di Bergamo: non ha accettato di vincere per un errore arbitrale

La spadista decide di ripetere l’assalto e perde

Mariaclotilde Adosini, il fair play d'oro della 18enne campionessa di Bergamo: non ha accettato di vincere per un errore arbitrale
di Sergio Arcobelli
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 07:10

La stoccata dell'onestà. Perché si può vincere anche perdendo, se a prevalere è un gesto come quello compiuto da Mariaclotilde, durante la prova di Coppa del Mondo under 20 di spada del fine settimana. Mariaclotilde Adosini, 18enne della Polisportiva Scherma Bergamo, si è resa protagonista di un episodio di grande valore umano e sportivo. A Beauvais, in Francia, l'atleta lombarda aveva inizialmente vinto contro la transalpina Juliette Baudinot con il punteggio di 15 a 14 anche grazie a una svista dell'arbitro, che nella fase cruciale del match aveva assegnato all'azzurra due stoccate anziché una.


IL RICORSO DEI FRANCESI
Ormai era fatta, il match vinto. Poi, però, davanti al ricorso dei francesi la direzione del torneo aveva preso atto dell'errore, richiamando Mariaclotilde e confermandole che, come da regolamento, il risultato era acquisito e non si poteva più tornare indietro. Ma è stato in quel momento che l'azzurrina ha messo d'accordo tutti, facendo il gesto di rinunciare alla vittoria acquisita che l'avrebbe proiettata alla fase successiva dei trentaduesimi con un'ammirevole sportività. E riaprendo il duello, che poi ha perso, ricevendo in cambio l'abbraccio della nuova vincitrice.

«Perché è giusto così - dirà lei -, il risultato non conta. Ho solo fatto quello che la scherma mi ha insegnato». Lezione di stile, di fair play da parte di una giovane spadista che vive lo sport nell'accezione più vera. Non capita di frequente che si faccia un passo indietro. «La notizia mi ha colto impreparata. Per un attimo tanti pensieri hanno affollato la mia testa - confesserà Mariaclotilde - Ma ciò che per me più contava in quel momento, tanto da prevalere senza alcuna esitazione, era scegliere quale fosse l'azione moralmente giusta da fare.

Nonostante potesse sembrare facile accettare la vittoria già proclamata, ho sentito che tornare in pedana, per ri-disputare quell'ultimo minuto, sarebbe stato più corretto nei confronti dell'avversaria, nel rispetto del nostro sport. Ho perso, pazienza. Lo rifarei ancora. Perché la natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e in particolare dal mio maestro Francesco Calabrese». Lei lo chiama Ciccio ed è «uno dei miei idoli sportivi insieme a Rossella Fiamingo», sottolinea Mariaclotilde, che ha ripreso ad allenarsi con più convinzione e con la serenità che ha dimostrato in gara. Una maturità in vista di quella scolastica che dovrà sostenere al Liceo Scientifico "Maironi da Ponte" di Presezzo (Bergamo).

«Da dieci anni faccio scherma con il mio gruppo. Mi diverto perché anche se in pedana siamo soli, dietro c'è un gruppo che ti sostiene sempre. Mi ha scritto una bellissima lettera il presidente della federazione Azzi e ho ricevuto tanti complimenti. Mia mamma era con me quando ho fatto questa scelta, mio papà era molto orgoglioso e mi ha detto che sono stata molto coraggiosa. Sinceramente, ho fatto la cosa più naturale, ho fatto quello che mi hanno insegnato da quando sono piccola, se potessi rifarlo lo farei ancora. E ancora, ancora».


I COMPLIMENTI DELLA FLESSEL
Per questo gesto, prima della finale, è stata invitata a raccogliere la standing ovation e con i complimenti ricevuti da Laura Flessel, olimpionica e già ministra dello sport francese. Nell'agonismo più sfrenato, la scelta diversa di Mariaclotilde è un bel messaggio soprattutto agli sportivi più giovani che non si è disposti a tutto pur di vincere.

 

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