Jacobs studia da big: a Stoccolma sprint d'autore con un messaggio a Tokyo

Jacobs studia da big: a Stoccolma sprint d'autore con un messaggio a Tokyo
di Gianluca Cordella
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Lunedì 5 Luglio 2021, 07:30

Un secondo posto con un crono sopra i 10 secondi. A leggerla così la prova di Marcell Jacobs a Stoccolma, tappa di Diamond League grandi firme, sarebbe niente di che. Ma i 100 metri, per rapidissimi che siano nel loro svolgersi, vivono di un’infinità di minuzie che pesano nella corretta lettura di un risultato. E così, il 10”05 con cui l’atleta della Polizia ha chiuso la gara alle spalle dell’americano Ronnie Baker è da leggersi - senza possibilità di errore - come un’ottima prestazione oltre che come una vagonata di autostima in vista delle Olimpiadi. Intanto perché il riscontro cronometrico è stato ottenuto - come già era avvenuto agli Assoluti di Rovereto - con il vento contrario (-0,8). In secondo luogo perché, con tutto il rispetto per gli altri sprinter azzurri, al via della gara di Stoccolma c’erano ben tre atleti (Baker, Bracy e Young) con un personale (peraltro ottenuto in stagione) più basso di quello di Marcell. E due di loro sono finiti alle spalle dell’azzurro. «Se perdo di due centesimi da chi corre 9.85 non significa che valgo 9.87 ma qualcosa sicuramente vorrà dire. Ottimo segnale. Mi sto abituando a stare con i migliori», l’analisi di Jacobs che svela il terzo dato positivo: il vincitore, Baker, gli è rimasto davanti di un niente. Grazie soprattutto a una furiosa rimonta finale. «Sono contento di aver duellato con Baker fino all’ultimo metro - racconta Marcell -. Anzi, in realtà mi dispiace non aver vinto: intorno agli 85 metri, quando ho visto di essere davanti, ho voluto strafare, mi sono indurito invece di lasciarmi andare e ho perso un paio di appoggi. Peccato. Ma oggi è stata una prova importante verso Tokyo. Mi mancava correre accanto ad alcuni dei favoriti per la medaglia olimpica». E bene deve avergli fatto gareggiare alla pari o batterli. Baker in stagione ha già corso 9.85, stesso crono di Marvin Bracy, ieri alle spalle di Jacobs come l’altro Stars&Stripes Isiah Young, che vanta un personale di 9.89. E il britannico Chijindu Ujah, terzo in Svezia, ha un record di 9.96, in linea con lo sprinter italiano. Insomma, se questo era un esame di maturità in vista di Tokyo, Jacobs lo ha passato a pieni voti. Per capire se le ambizioni a cinque cerchi possano essere solo da finale o addirittura da medaglia bisognerà aspettare la tappa di Montecarlo, venerdì prossimo, dove oltre a Filippo Tortu e al “solito” Baker, in corsia ci saranno anche il leader mondiale stagionale, lo statunitense Trayvon Bromell (9.77), il terzo qualificato americano per Tokyo, Fred Kerley (9.86), il canadese bronzo olimpico e mondiale Andre De Grasse (9.90), il sudafricano Akani Simbine (9.89) e il francese Jimmy Vicaut (9.86).

Una sfida da urlo. 

SULLA VIA DELL’ORO
La giornata di Stoccolma, benedetta dal sole e dall’entusiasmo del pubblico, è stata impreziosita anche dalle prestazioni di tante giovani stelle. A cominciare di Femke Bol: la 21enne olandese ha vinto i 400 ostacoli in 52.37, abbassando di un secondo il suo personale, segnato solo giovedì scorso a Oslo. La 19enne ucraina Yaroslava Mahuchikh ha vinto l’alto in 2,03, mentre l’idolo di casa Armand “Mondo” Duplantis, altro 21enne, ha battuto Kendricks e Lavillenie con 6,02 e poi ha provato l’assalto al record “totale” dell’asta, fallendo per tre volte a 6,19. Chissà che a Tokyo...
 

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