No wind, no race. Niente di fatto a Auckland nella quarta giornata della 36° America’s Cup. Il vento non ha raggiunto la media dei 6.5 nodi prevista dal regolamento sul campo di regata A nel Golfo di Hauraki e dopo un’attesa di due ore il Race Director Iain Murray ha mandato tutti a casa.
Un break non programmato che potrebbe non dispiacere e dare fiato a entrambi i team impegnati in una maratona che non prevede interruzioni fino al raggiungimento della 7° vittoria che consegna la Vecchia Brocca al vincitore, se non quelle, come in questo caso, dettate da “Madre Natura”.
Erano tantissime le barche di ogni genere stracolme di spettatori sul campo di regata, così come migliaia i fans presenti nell’America’s Cup Village, tutti a ingannare l’attesa facendo festa e sventolando bandiere, mentre gli equipaggi di Luna Rossa Prada Pirelli e Emirates Team New Zealand attendevano a bordo cercando di rilassarsi.
Tempo per fare qualche domanda agli uomini dei team e in particolare a Checco Bruni. Tema: Patrizio Bertelli, l’uomo alle origini della grande saga di Luna Rossa, che oggi si trova sul 3 a 3 col Defender, primo Challenger italiano ad aver vinto 3 prove in una America’s Cup.
“Bertelli? Prima di tutto lo amiamo! – esordisce con un bel sorriso Bruni- É un grande appassionato.
Lo stato d’animo di Bruni in attesa della regata? Sereno: “ Non si può far molto quando il tempo non collabora – dice - Perciò stiamo calmi, rilassati e concentrati col vantaggio che l’attesa in questa regata non può durare più di 2 ore. In altre, anche le Olimpiadi, a volte stai in mare ad aspettare il vento anche 6/8 ore!”
Per la 7°e 8° regata tutto rinviato quindi a domani lunedì 15 marzo, giornata in cui ci dovrebbe essere vento sui 10/14 nodi, anche se si sa che in Nuova Zelanda, gruppo di isole in mezzo all’oceano senza nulla che le separi dall’Antartide, il tempo cambia molto velocemente e le previsioni meteo sembrano esser fatte per esser smentite.
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