Luna Rossa: presentata l'ottava meraviglia per la corsa all'America's Cup 2021

Il varo di Luna Rossa
di Francesca Lodigiani
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Giovedì 3 Ottobre 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 11:16
E festa fu. Coinvolgente, partecipata, emozionante, genuina, ad alto tasso familiare. Parliamo del varo della nuova Luna Rossa nata per volare, l’AC 75 targato Prada Pirelli che ieri a Cagliari è stata svelata e ha toccato l’acqua per la prima volta. Ad accompagnarla Patrizio Bertelli, Marco Tronchetti Provera, il presidente del Circolo Vela Sicilia Agostino Randazzo, lo skipper Max Sirena e tutti gli uomini del team, le loro famiglie, gli amici, gli addetti ai lavori, gli emozionati e festanti uomini di Persico, il cantiere ad alto tasso tecnologico che ha costruito la Luna nel bergamasco, e le centinaia di fans che oltre la base hanno affollato il lungomare. Luna Rossa, come da tradizione, è stata prima benedetta dall’Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, poi battezzata dalla madrina, Miuccia Prada, che con notevole energia ha infranto la bottiglia di rito sulla prua.

IL DEBUTTO IN ACQUA
A quel punto, lentamente, quasi con circospezione, una grande gru ha calato la barca in mare tra gli applausi e il suono delle sirene. Era una splendida giornata estiva ieri a Cagliari e la Luna, con albero e scafo nero, salvo le grafiche rosse con la scritta bianca Prada, con i due bracci mobili giallo Pirelli, più massicci rispetto a quelli che suggerivano i rendering, e con l’insolito lungo timone rastremato, sembrava più un’opera d’arte, una moderna installazione, che una barca che andrà a combattere in Nuova Zelanda per il più ambito trofeo dello yachting. Ieri per il team italiano si è conclusa una fase di lavoro durata quasi due anni, una sfida tecnologica che ha richiesto 75.000 ore di lavoro, alla quale hanno contribuito tecnici aereospaziali, di F1, di Moto GP. Nulla di uguale è mai esistito prima e la curiosità, forse anche la preoccupazione, si leggeva negli sguardi degli uomini che da oggi proveranno e si impadroniranno di questo intrigante ibrido barca/aeroplano. Un mezzo instabile, leggero, tanto che ieri bastava il maestrale che soffiava sull’albero in banchina, a farlo inclinare. Adesso, archiviata la felicità e la commozione - molto visibile quella dello skipper Sirena - si entra del vivo dell’impresa in cui i velisti dovranno capire e domare questo mezzo inedito. Una barca nella quale il boma è sotto il bordo e ha un raggio di rotazione limitato, visto che alle velocità che dovrebbero svilupparsi – dai 25 nodi di bolina ai 45 /50 alle andature portanti – la vela principale si tiene tendenzialmente cazzata al centro. Una barca nella quale non ci sono winch e tutto è regolato mediante sistemi idraulici, tanto che i forzuti grinder serviranno per produrre energia, invece che per regolare le vele. Insomma un universo da scoprire, uno scafo diverso nelle linee d’acqua da quelli varati dai kiwis e dagli americani, un manufatto industriale molto sofisticato, come lo definisce Bertelli.

ORGOGLIO MADE IN ITALY
Un’eccellenza italiana che ha coinvolto 60 imprese italiane di alta tecnologia, una sfida dell’Italia al mondo, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio Conte arrivato a sorpresa. Un mezzo sul quale bisognerà studiare se e come muoversi, tanto che si ipotizza che i due timonieri, Jimmy Spithill e Checco Bruni, saranno entrambi a bordo, uno per portare l’oggetto volante con mure a dritta e l’altro con mure a sinistra. Ma qualsiasi supposizione è prematura. Da oggi, prima al traino senza albero, poi in assetto completo, il team inizierà a navigare, a volare, a capire, e a trarre spunti per la seconda barca permessa la cui progettazione deve iniziare già entro fine mese.
 
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