Olimpiadi a Roma, il campione Livio Berruti: «Lasciarsi sfuggire l'occasione è una follia»

Olimpiadi a Roma, il campione Livio Berruti: «Lasciarsi sfuggire l'occasione è una follia»
di Carlo Santi
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Giovedì 9 Giugno 2016, 08:55
Sulle rovine del dopoguerra l'Italia aveva voglia di rimettersi in piedi e l'Olimpiade di Roma 1960 ha dato slancio e determinazione per affrontare la rinascita. Livio Berruti con la sua medaglia d'oro nei 200 metri è tra i ricordi più belli e indelebili di quei Giochi. Eccezionale l'impresa del ventunenne torinese che ha vinto l'oro e per due volte in due ore, prima in semifinale e poi in finale, ha corso i 200 eguagliando con 20 5 il primato mondiale. Berruti, come Nino Benvenuti, è il simbolo di Roma 60, del Villaggio, dell'ultima Olimpiade a dimensione d'uomo.

Livio, qual è il ricordo di quei giorni dell'estate del 1960?
«Nella memoria conservo un ricordo prezioso. L'ambiente era talmente diverso da quello attuale. Al Villaggio si respirava una serenità gioiosa. C'era felicità e non politica, esattamente il contrario di oggi».

Cosa è cambiato rispetto ai tempi attuali nel mondo dello sport?
«Troppi interessi e, lasciatemelo dire senza retorica, non c'è più la calma olimpica di allora».

Roma, la Capitale, è spesso messa sotto accusa quando cerca di organizzare una grande competizione sportiva. Perché?
«Roma ha un'immagine migliore all'estero di quella che, invece, ha in Italia. Troppe volte c'è disprezzo per le cose belle che abbiamo».

La corsa verso le Olimpiadi del 2024 sembra subire un arresto: se Virginia Raggi diventerà sindaco, ha fatto sapere che per i Giochi non è proprio favorevole.
«Roma ha non solo le qualità ma anche la forza per farcela anche se Parigi ha un'immagine politica migliore della nostra. Roma non può e non deve perdere questa occasione: tirarsi indietro sarebbe follia».

Lei come si comporterebbe?«Chiederei di puntare anche sul decentramento delle gare coinvolgendo città che hanno impianti all'altezza. Lo farei per dare un'immagine più completa del Paese anche se Roma deve essere al centro dei Giochi».
 
Perché farebbe questa mossa?
«Perché il Comitato olimpico internazionale lo permette e perché un'Olimpiade non deve essere la vetrina di una sola città».

Perché i romani devono chiedere a gran forza Roma 2024?
«Lo ha detto anche Totti, che a Roma è un re. L'Olimpiade poi ha anche una funzione strategica: elimina certe storture della città. Prendete il Villaggio olimpico del 60: è stato costruito per creare un quartiere che è diventato bellissimo».

Roma 2024 sarebbe preziosa per la città?«Sarebbe determinante. Lascerebbe un'impronta fantastica che solo un'Olimpiade sa dare. Un esempio? Barcellona 92. So che a Roma c'è il problema delle buche. Dico che non bisogna aspettare i Giochi per risolverlo, questo problema, e che non si può rinunciare a un evento così per chiuderle. Che nesso c'è?».

Se lei fosse sindaco...«Farei un'Olimpiade chiavi in mano. Mi spiego: non vorrei più opere come il Palazzo di Calatrava che doveva essere in piedi insieme alle piscine per i Mondiali di nuoto del 2009. Basta opere a metà: si progetta quello che si può fare, senza manie di grandezza. In una parola: cercherei di eliminare i difetti italiani».

E' d'accordo sul Villaggio olimpico nella zona dell'università di Tor Vergata?«Sono d'accordo nel progettare un Villaggio in un'area da qualificare con idee moderne, con impianti per lo sport. Insomma, un quartiere che diventi anche un campus universitario in stile americano.Si dice che le Olimpiadi portino debiti alla città che le organizza.

Lei ha anche l'esperienza in casa, quella di Torino 2006. Cosa risponde a questo quesito?«Dico che serve una grande attenzione e un rigore assoluto. E' vero che tanti debiti ci sono stati nelle ultime edizioni ma ricordo che i Giochi di Los Angeles 84, organizzati dai privati, hanno avuto un attivo».