La coppa Italia resta a Perugia, Civitanova si fa rimontare due set e perde la 7^ finale

La coppa Italia resta a Perugia, Civitanova si fa rimontare due set e perde la 7^ finale
di ​Vanni Zagnoli
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Domenica 10 Febbraio 2019, 22:42
Maledizione è dire poco. Civitanova aveva vinto, come sul 12-8 del tiebreak contro lo Zenit Kazan, nella finale di Champions. Sul 2-0, aveva vinto, sembrava padrona della coppa Italia e invece ha perso la 7. finale in sequenza. Vince Perugia per 3-2: 21-25, 21-25, 26-24, 25-23, 15-13
I marchigiani erano alla 9^ finale di coppa Italia, la terza in sequenza, anche l’anno scorso persero da Perugia, nella stagione precedente questo fu il primo trofeo da coach per Chicco Blengini, ct azzurro allora in doppio incarico. 
Lo spettacolo è sugli spalti, come spesso il basket è più festoso rispetto ad alcuni campi dei piccoli centri di serie A.
Negli occhi resta il muro decisivo, a 3, di Pippo Lanza su Osmany Juantorena, due degli azzurri che più avevano deluso in quei quattro set persi in sequenza al mondiale e costati il podio. Si era a Torino, la Serbia poi partì da quel 3-0 per arrivare sul podio, mentre l’Italia poi perse anche con la Polonia, che da lì prese la spinta per rivincere il titolo. Gioisce il cubano Leon, da anni miglior giocatore al mondo, che renderà presto ancora più forte la stessa nazionale polacca. Era l’uomo delle 4 Champions in 7 anni per il Kazan, arrivato in Umbria aveva perso la supercoppa di ottobre, in semifinale, oggi ha fatto salire Sir Safety a 4 trofei, in assoluto.
Da Casalecchio di Reno, resta la sensazione che Civitanova abbia il roster migliore, persino più di Perugia. Aveva battuto al tiebreak Trento, stasera si è fatta rimontare due set e poi lì era davvero favorita Perugia.
Sembrava il weekend di un altro cubano, Leal, naturalizzato brasiliano, e anche di Juantorena, che a 34 anni potrebbe sacrificarsi e giocare il preolimpico di agosto, con il grave infortunio di Randazzo, a Padova. 
I primi due set sono orchestrati da Bruninho, azionatore del bulgaro Sokolov, e dei due cubani. Incide poco Simon, brilla Diamantini, ex Ravenna, centrale azzurrabile. Nel terzo si vede finalmente Pippo Lanza, passato da Trento a Perugia, utile in ricezione, poco coinvolto in attacco. Una sequenza in battuta di Luciano De Cecco alimenta le speranze dei sirmaniaci, i chiassosissimi tifosi umbri. Lube ha un lampo, sul -2 manca quel pizzico di determinazione per provare a chiuderla, il set finisce ai vantaggi a favore del sestetto di Lollo Bernardi. Il quarto pare dei cucinieri, con il +3 di Leal, ma lì subentra un protagonista inatteso, il centrale Ricci, con 3 punti. Era stato infortunato, ora si capisce perchè Perugia abbia rinunciato a cuor leggero all’azzurro Anzani, che a Modena non ha più gli occhi spiritati di Verona, quando si rivelò. Due aces di Leon portano al tiebreak, i supporters maceratesi capiscono che può finire con la solita medaglia d’argento.
Perchè Perugia dà 4 strattoni, al quarto prevale. Il muro di De Cecco vale il 4-2, Ricci è al settimo cielo e autografa l’8-6, fermando Juantorena. Sokolov rimedia, è però Leal a mettere fuori una palla chiave, sul 10-8 Bernardi apre le braccia, esulta perchè capisce che il traguardo è vicino. Basta il cambio palla, eppure Diamantini conquista un’altra parità. Si andrebbe avanti a oltranza, senonchè in tre e in particolare Lanza murano Juantorena. L’ultima palla è per Leon, che il presidente Gino Sirci, con il suo look da cowboy, ha preso al posto di Zaytsev. Ovvero, lo zar voleva tornare a fare l’opposto, lì c’è il serbo Atanasjievic, che negli ultimi due set è ritornato su ottime percentuali e onestamente resta superiore al capitano azzurro. Perugia si è aggiudicata 4 delle ultime 5 finali, però in Champions è uscita in semifinale e al mondiale per club neanche si è iscritta. Civitanova è la più continua forse al mondo, punterà su Champions e scudetto.
La coppa Italia di serie A2 va a Piacenza, su Bergamo. Gli emiliani si sono autoretrocessi, in estate, e nel 2014 si aggiudicarono la coppa Italia, furono gli ultimi a interrompere il monologo delle solite 4. Adesso Milano e Verona cercheranno di frapporsi, di guadagnare la semifinale playoff (per i veneti sarebbe la prima). E’ dura, ma Modena tradisce qualche scricchiolio. Nonostante Velasco. 
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