Il Salone d'onore era tutto pieno per lui, l'uomo più veloce del mondo. Marcell Jacobs, l'eroe di Tokyo, oggi era ospite alla presentazione del libro della sua mental coach Nicoletta Romanazzi "Entra in gioco con la testa”, e ha parlato di tantissimi temi, in primis delle sue condizioni dopo i problemi gastrointestinali e la febbre che gli hanno impedito di correre nel meeting di Nairobi. "Mi sono ripreso, oggi scendo in pista - afferma sorridente l'azzurro - Non è stato semplicissimo perché mi trovavo dall'altra parte del mondo, però si è tutto risolto e sono contento di tornare a correre”. Il fenomeno di Desenzano aggiunge di essersi "asciugato tantissimo, però io in cinque giorni recupero quanto perso in un mese. Speriamo che pure stavolta vada così. Gli esami sono risultati buoni, domani ne faremo altri ma vedrò le sensazioni in pista oggi”. Non è quindi ancora certa la sua presenza nella riunione di Savona di mercoledì 18, in cui dovrebbe correre i 200. Il malessere in Kenya ha debilitato Marcell in vista di questo appuntamento: "Di sicuro ho perso tantissimo. Sabato e domenica non mi rilasserò, ci alleneremo per comprendere in che condizione arrivare a Savona".
"Corro con un bersaglio sulla schiena"
Per gli appassionati di sprint, la testa va all'Oregon: "A Eugene mancano ancora due mesi, ho tutto il tempo di riprendermi. Anche prima di Tokyo ho avuto un acciacco, spero porti la stessa fortuna...".
"Ingiusto escludere tennisti russi da Wimbledon"
A proposito dei 200 metri, Marcell aggiunge: "In realtà non mi hanno mai stuzzicato, è il mio allenatore Paolo Camossi che ha sempre voluto farmeli fare. Quest'anno porterò a casa anche questa distanza, ma non mi stuzzica per niente (ride, ndr)". Riguardo all'esclusione dei tennisti russi e bielorussi da Wimbledon, Marcell pur ritenendosi "la persona più sbagliata per parlare di ciò, perché non seguo tanto questi argomenti", pensa che bandire gli atleti "non sia giusto perché gli sportivi non c’entrano nulla, anzi, lo sport aiuta la pace".