Paternoster: «Fatica e femminilità: così punto ai Giochi di Tokyo»

Letizia Paternoster
di Francesca Monzone
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Lunedì 23 Dicembre 2019, 09:30

Bella, brava e adora Vasco Rossi: stiamo parlando di Letizia Paternoster, la campionessa del ciclismo che ha fatto impazzire i social con la sua incredibile bellezza. Corre con la Trek-Segafredo e dopo il titolo europeo su strada, conquistato quest’anno, sogna una medaglia alle Olimpiadi di Tokyo.
Letizia come è nata la sua passione per il ciclismo?
«Ero piccolissima. I miei genitori non erano convinti, perché in famiglia nessuno ha mai praticato ciclismo. Un giorno mi hanno portato nel negozio di Maurizio Fondriest: mi hanno preso in squadra e ho comprato da lui la prima bici».
In famiglia è stata ostacolata?
«Ho dovuto convincere in particolare mia mamma. Voleva facessi danza ma la passione per le due ruote per me era incredibile. Alla fine si sono arresi e mi hanno seguito sempre con amore».
Che anno è stato il 2019?
«Fantastico, ho vinto e imparato molto e sono cresciuta. Tra i momenti più emozionanti c’è stato l’Europeo e poi la prima vittoria con la maglia della Trek-Segafredo. Peccato aver chiuso l’anno con un incidente».
È stata investita mentre faceva una passeggiata in bici...
«Un’esperienza che mi piacerebbe dimenticare. Sono stata fortunata: avrei potuto farmi male più seriamente o addirittura perdere la vita. In Italia purtroppo non c’è rispetto per i ciclisti».
Cosa si aspetta dal 2020?
«Un anno importantissimo, tutto in chiave olimpica. Mi piacerebbe vincere una medaglia a Tokyo. Chi ha vissuto le Olimpiadi parla di un’esperienza meravigliosa e voglio viverla da protagonista».
È una delle atlete più giovani nel panorama mondiale ma vanta già molte vittorie: come viene vista dal gruppo?
«C’è il giusto rispetto tra tutte e anche se sono la più piccola vengo considerata come le altre. Qualche volta questo atteggiamento mi ha stupito, perché corro con atlete straordinarie che hanno anche 15 anni in più di me e che guardavo in tv».
È sempre riuscita a conciliare sport e studio. Come fa?
«Mi sono diplomata in ragioneria. Ho sempre pensato che lo studio fosse importante e a settembre verrò a Roma dove frequenterò la facoltà di scienze politiche. Non c’è un segreto, esistono solo la volontà e la determinazione, caratteristiche che servono sia nello studio che nello sport».
Ha detto che verrà a Roma, le piace questa città?
«Tantissimo e la conosco bene perché ci vive mia zia che fa la guida turistica. Adoro il centro storico, ma il Colosseo è qualcosa di unico e straordinario. Verrò a Roma nei mesi invernali perché nella Capitale non posso allenarmi. Manca una pista e poi le strade non sono adatte».
Lei è intervenuta nel fenomeno MeToo, per difendere i tecnici azzurri accusati di comportamenti scorretti verso le ragazze della nazionale. Cosa può dirci?
«Sono voluta intervenire in questa vicenda spontaneamente. Conosco da anni le persone accusate e posso dire che non ho mai visto comportamenti scorretti verso di noi. Mai camere aperte o atteggiamenti equivoci. Se ci fossero stati sicuramente avremmo denunciato e invece tutto è finito con un’archiviazione, perché non è mai successo nulla».
Lei è considerata una delle ragazze più belle dello sport internazionale. Sempre truccata e attenta alla moda.
«Mi è sempre piaciuto truccarmi e da bambina rubavo a mia mamma i trucchi e poi mi chiudevo in bagno senza farmi vedere. Alcune ragazze in squadra quando mi truccavo prima delle corse mi guardavano male, ora invece sono le prime a fare un po’ di make-up. Penso che la femminilità vada evidenziata e non nascosta perché siamo atlete».
Che ragazza è Letizia Paternoster?
«Ho la testa sulle spalle. Sono molto testarda, inquadro gli obiettivi e mi impegno per raggiungerli. La fatica non mi spaventa. Amo lo sport ma anche la famiglia nella quale credo molto. Non sono fidanzata e un domani mi piacerebbe trovare la persona giusta, con la quale sposarmi e avere dei bambini».
 

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